Milano 30 Gennaio – E’ pronta la stretta sui fenomeni di assenteismo anomalo: il ministero della Pubblica amministrazione sta infatti lavorando sul decreto, da presentare per metà febbraio, che riformerà il testo unico del pubblico impiego. Un focus sarà dedicato a contrastare i “furbetti” del weekend, che saltano ripetutamente il lunedì e il venerdì, e i casi di assenteismo di massa. Nel 2015 sono in media 9,2 i giorni di assenza presi da ogni dipendente pubblico.
Il numero di assenze risulta comunque in lieve ribasso rispetto al 2014, quando in media si arrivò a 9,8 giorni. Pressoché stabili sono invece le giornate, 2,1 legate alle legge 104 per i lavoratori disabili o per i dipendenti che hanno a carico familiari disabili. Lo stesso vale per i congedi straordinari finalizzati all’assistenza di persone con gravi handicap, un giorno l’anno. Questa è la mappa delle assenze che emerge dalle elaborazioni sui dati aggiornati dalla Ragioneria generale dello Stato nel conto annuale.
Andando alle altre tipologie di assenza monitorate, emerge un lieve calo per la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio (da 3,1 giorni si scende a 3). Diminuiscono anche i numeri dei giorni relativi agli altri permessi e assenze retribuite (da 2,8 a 2,5 giorni). Risulta invece in leggero rialzo la media relativa agli scioperi (che passa da 0,1 a 0,2 giorni).
Per avere il totale delle assenze, calcolato dalla Ragioneria generale, bisogna aggiungere alle diverse voci anche le ferie. E il numero complesso delle assenze (tra quelle retribuite e non) nel 2015 è risultato pari a oltre 126 milioni, in diminuzione del 4,8% rispetto all’anno precedente (quasi 133 milioni). E’ diminuito anche un po’ il personale, ma a ritmo decisamente inferiore (-0,1%).
Nel dettaglio, analizzando i diversi settori in cui si divide il pubblico impiego, e focalizzando l’attenzione sulle assenze per malattia, nella scuola, come riportato nel database del conto annuale, le giornate saltate sono state, in media, 7,5 per gli uomini e 9,7 per le donne, nei ministeri 9,9 per i lavoratori e 11,7 per le lavoratrici, nella sanità 8,6 per i dipendenti e 11,6 per le dipendenti.
Il fenomeno nel 2015 mostra un certo rallentamento (le assenze retribuite scendono da 18,8 a 17,8), anche se per recuperare lo storico gap con il privato c’è probabilmente ancora tanta strada da fare. L’attenzione del governo sulle assenze, o meglio sulle anomalie in fatto di assenze, è nota. La delega Madia pone le basi per un nuovo sistema di controlli, con il polo unico della medicina fiscale in capo all’Inps, ed è stato già annunciato un intervento per contrastare l’assenteismo. (Tg.com)
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