A Milano arriva il RAB: sportello di servizi sociali e caffè letterario

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Milano 31 Gennaio – Rab di Milano è un nuovo spazio pensato in primo luogo per essere uno sportello “non convenzionale” di servizi sociali che raggiunga i cittadini laddove è più facile trovarli. E, tra le altre cose, è anche un caffè letterario –

Il progetto

Il Rab non è un bar. Come suggerisce il suo nome, è un caffè letterario alla rovescia, che dunque è anche un bar, ma solo in fondo, dopo tutto il resto. Si trova in zona Navigli a Milano ed è il frutto della collaborazione tra il Comune di Milano, che con le associazioni del terzo settore ha lanciato We Mi, una piattaforma che mette online – al fine di renderli più accessibili per tutti – oltre 100 servizi offerti da 58 enti; e “Handicap… su la testa!” un’associazione che sogna da anni di aprire un locale in cui fare lavorare fianco a fianco dipendenti normodotati e disabili psichici, e che in questo locale vede impiegati quattro operatori e altrettanti ragazzi disabili.

Come spiega La Stampa, dall’unione di questi due progetti nasce quindi il Rab: uno spazio pensato in primo luogo per essere uno sportello “non convenzionale” di servizi sociali che raggiunga i cittadini laddove è più facile trovarli, e in seconda istanza un punto di incontro per fasce di popolazione anche molto diverse tra loro. Un luogo ibrido in cui anziani in cerca di ascolto e aiuti domiciliari, immigratimamme sole, ma anche studentigruppi di amici e famiglie con bambini – per i quali sono organizzatati dei laboratori pomeridiani – e semplici turisti si ritrovino accomunati.

Così il Rab si scopre di volta in volta caffè letterario o tavola fredda, spazio per studenti e lavoratori in cerca di wifi e stampante; o ancora location per aperitivi, spettacoli di cabaret e concerti jazz. Ma soprattutto, prima di tutto, piazza d’incontro tra persone diverse, in cui potersi conoscere e aiutare reciprocamente con consigli e assistenza.

 “Visto da fuori questo può sembrare un locale qualsiasi. La sorpresa arriva una volta entrati. Molti tornano, una volta capito come vanno le cose, e diventano amici. Non c’è solo chi arriva in cerca di aiuto, ma pure quelli chiedono di fare volontariato e dare una mano“, parola di Fabio, barista ed educatore del Rab. (Il Libraio)

 

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