Berlusconi batte Renzi 6 a 0

Attualità

Milano 4 Febbraio – Verrebbe da dire: “Caro Renzi, caro PD, caro Napolitano,  beccatevi ‘sta slide” E zitti, state sereni, perché la Storia sta mettendo in fila indiana tutti i fallimenti e le sbruffonate di un bullo provinciale che si chiama Renzi che ha manipolato fiducia e aspettative con la presunzione di un novello Dio onnisciente e onnipotente, che ha barato al gioco della politica promettendo una visione dell’Italia falsa e inconsistente, che è infine caduto per volontà di milioni di angeli vendicatori. Con lui, nell’inferno e nel girone dei colpevoli, il loden deambulante dal nome saccente Monti e il transeunte Letta destinato a sparire in pochi mesi, dopo la trionfale arrampicata del megalomane fiorentino.

Per dire, numeri alla mano, che dal novembre 2011 ad ora l’Italia è tragicamente peggiorata. Per dire che a fine mandato del Governo Berlusconi si stava decisamente meglio di oggi che segna il fine mandato di Renzi.

Per dire che la disoccupazione giovanile con Berlusconi era al 29,3% e oggi, dopo la strombazzata riforma del Jobs Act è al 40%. E il debito pubblico da 1.909 miliardi è passato a 2.229 miliardi, con tagli alla spesa praticamente inesistenti, con il proliferare di “mancette” elettorali a scopo propagandistico ecc. ecc. E i poveri, quelli veri, quelli che sono diventati tali per la crisi economica, quelli che hanno creduto in una politica di sgravi fiscali alle imprese e ad un rilancio dell’economia e delle assunzioni…quelli, da 3.415,000 nel 2011 sono passati a 4.598.000. Un milione in più. Un risultato che per il segretario di un partito con la vocazione a parole di proteggere e difendere le fasce sociali più deboli, è un vero successo, non c’è che dire.  Perché oggi il Pd, il governo Pd, gli amministratori locali Pd si occupano e preoccupano di “accoglienza” e al grido “Venghino..venghino” devono creare “Welfare” ad hoc per migranti, parenti dei migranti, amici dei migranti. E per i poveri, quelli veri, quelli italiani, non esiste un progetto politico, ma promesse descritte in una legge insufficiente che giace in Senato da tempo. E intanto gli sbarchi sono passati da 62.692 con Berlusconi a 181.436 con Renzi. Perché la lungimiranza in politica estera del Cavaliere è stata esemplare. Riconosciuta dopo quattro anni anche dalla Merkel,  durante un summit del Partito Popolare a Bruxelles. In quell’occasione la Merkel elogia esplicitamente Berlusconi lodando «la sua azione di raccordo con Gheddafi che di fatto permetteva, negli anni pre-2011, di gestire la difficile situazione libica». A fronte di tanto acume politico oggi abbiamo la pallida azione della Mogherini e l’ideologia buonista inconcludente e devastante.

Rimane il rimpianto per l’ingiustizia delle dimissioni forzate. E se la Storia chiarirà i lati oscuri di quel periodo controverso, i numeri hanno anche oggi una loro chiarezza evidente che non si può negare.

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