Milano 6 Febbraio – Pressione troppo alta per 17 milioni di italiani. “Un problema controllabile con i farmaci, che però rappresenta un importante fattore di rischio per eventi cardio e cerebrovascolari”, come infarto del miocardio e ictus. “Inoltre nonostante il trattamento con diversi medicinali, un gruppo di pazienti non raggiunge il corretto livello di pressione arteriosa. E questo rappresenta un problema”. Lo afferma all’AdnKronos Salute Giuseppe Derosa, responsabile del Centro universitario diabete e malattie metaboliche del Policlinico San Matteo-Università di Pavia, che illustra i risultati di una recente ricerca in occasione del convegno ‘Gli studi clinici del 2016 nel cardio-metabolico’, in corso presso l’Hotel Moderno di Pavia.
Al centro dell’incontro lo studio ‘Escape’ (Efficacy and Safety of Canrenone as Add-on in patients with essential Hypertension), su un nuovo approccio terapeutico “che si è rivelato efficace in pazienti ipertesi ma senza altre complicanze”, spiega Derosa, coordinatore della ricerca che ha coinvolto numerosi centri italiani. Il lavoro, realizzato con il supporto di Therabel e pubblicato su ‘Cardiovascular Therapeutics’, “ha riguardato l’utilizzo e l’efficacia del canrenone (antagonista recettoriale dell’aldosterone), in aggiunta agli Ace-inibitori o sartani (antagonisti recettoriali dell’angiotensina II) e diuretico al massimo dosaggio, nel trattamento dell’ipertensione arteriosa”. La ricerca ha incluso 175 pazienti ipertesi da oltre sei anni, e non controllati, divisi in due gruppi: uno trattato con canrenone 50 mg al giorno e l’altro con canrenone 100 mg al giorno, per tre mesi. “Abbiamo avuto buonissimi risultati”, dice Derosa.
Il lavoro ha coinvolto, fra gli altri, l’ospedale Cardarelli di Napoli, il Policlinico di Milano, il Policlinico di Bari, l’ospedale Garibaldi di Catania, gli Ospedali Riuniti di Ancona, il San Matteo di Pavia, l’Ospedale Angelo Bellini di Somma Lombardo. “Entrambi i dosaggi di canrenone hanno ridotto in modo significativo la pressione sistolica e la pressione diastolica. L’aggiunta del canrenone come terzo farmaco – sintetizza Derosa – ha portato a normalizzare oltre il 70% dei pazienti ipertesi, senza modificazioni significative di metabolismo glucidico e lipidico né del quadro elettrolitico. E nessun aumento rilevante dei livelli di potassio. Il decremento della pressione arteriosa sistolica e diastolica è stato più spiccato con 100 mg”.
Il canrenone, “farmaco anche detto ‘risparmiatore di potassio’ – ricorda l’esperto – riporta dunque i valori pressori all’obiettivo, proteggendo inoltre il sistema cardiovascolare dai danni che l’aldosterone può generare a rene, cuore e cervello”. Insomma si è rivelato un “ottimo antipertensivo. Questo studio dimostra in modo inequivocabile la sua efficacia anti-ipertensiva in trattamenti precoci. Inoltre questo lavoro è durato 3 mesi, ma un altro studio valuterà a distanza di tempo maggiore l’effetto della terapia”, conclude Derosa. (Adnkronos)
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