Ma che simpatica quella zia Annamaria! Messa lì, nel racconto natalizio di Laura Bonelli, con un nome “quotidiano”, tra strampalati personaggi, per iniziare, forse, quel gioco che intreccia mito, tradizione, realtà, leggenda, chissà…, ma raccontare alla purezza di un bimbo “la fiaba – verità” della nascita di Gesù Bambino. Il suo nome, troppo comune, viene da subito storpiato in Marziana, ma è la memoria di quel racconto che si rincorre, si risveglia, quasi che lampi di realtà si appiattissero con verosimiglianza, a quella notte magica di Natale. La verità è che l’autore sceglie un nome, per il protagonista, Clemente, che bonariamente incontra con tolleranza il mondo, ma il presepe, no, non lo capisce, gli sembra un feticcio…La scrittura si dipana con la semplicità e un periodare breve, come semplice e un po’ faticosa è per Clemente la comprensione del valore del Natale. I passaggi seguono un fil rouge, a volte difficile da assemblare (e qui sta la capacità della scrittrice di tenere ben saldo l’interesse, pur citando con naturalezza memorie culturali e simboliche), ma molto luminoso nel suo epilogo. E scrive «Immagina, raccontava zia Marziana, un essere con un corpo leggerissimo, più ancora dell’aria, che vive in un luogo lontano, dove è sempre giorno, tutti si vogliono bene e c’è una gran luce. A un certo momento il suo papà gli chiede di andare in un altro paese. Chiama Terra e tanta gente che la abita non sa cosa sia l’amore. I pochi che lo sanno cominciano a vacillare. Ci sono guerre, tante brutte situazioni…Quando tutto ciò accadde, più di duemila anni fa, alcuni uomini e donne intuirono quell’avvenimento straordinario e andarono da lui con qualche regalo per provare ad alleviare un po’ la sua solitudine. Il presepe è il racconto di quel momento». E il Natale è amore, dono, fratellanza.
Il volume contiene anche il racconto “Gioco di Natale” di Luigi Pirandello, già recensito, ammirato, da grandi penne. Una sola nota: sfavilla di umorismo, di simpatia il dialogo tra il bottaio e la moglie. Vivacizza i caratteri, gioca ora con leggera ironia, ora con battute tranchant, ne emerge un ambiente contadino semplice, ma l’astuzia e il piacere di “giocare” pervadono il racconto.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano