Milano 13 Febbraio – E’ stato estradato in Italia Mohamed Kharat, quarantenne siriano che sei anni fa rapì la figlia Emma (che allora aveva poco meno di due anni) e la portò in Siria, strappandola alla madre ed ex compagna Alice Rossini, con la quale aveva vissuto a Vimercate (Monza).
Condannato a dieci anni dal Tribunale di Monza e poi in Appello a Milano, Kharat , dopo essere stato arrestato in Turchia a fine novembre, sarebbe stato espulso dal Paese e rimandato in Grecia, ultimo Paese dove era stato identificato dopo il rapimento di sua figlia. Da lì sarebbe scattato il mandato di cattura europeo emesso in seguito alla sua condanna.
Atterrato a Roma e accompagnato in carcere a Rebibbia, il siriano sembra non intenzionato a rivelare il luogo in cui si trova attualmente la figlia: “La situazione giuridica di Kharat non è certo rosea ed il suo costante silenzio in merito all’attuale ubicazione della minore altro non può fare che aggravarla ulteriormente”, ha spiegato l’avvocato Luca Zita che rappresenta Alice Rossini, la ex compagna dell’uomo, “difatti non solo deve scontare la pena comminatagli per sottrazione di minore e sequestro di persona, ma è passibile di condanna per altre ipotesi di reato, ed in particolare per estorsione e violazione dell’ordine imposto dall’autorità giudiziaria in riferimento all’affidamento e al collocamento” della figlia.
Inoltre, secondo il legale, Kharat potrebbe essere anche accusato di abbandono di minore “non essendo la piccola con nessuna delle due figure genitoriali, oltre a concretizzarsi il concorso nel reato dei soggetti che oggi trattengono illegittimamente la minore”. Poi l’avvocato ha concluso spiegando che “una collaborazione del reo da un lato può migliorare la sua posizione e dall’altro può finalmente far mettere le parole lieto fine alla questione”. A quanto sostiene l’avvocato, vi sarebbero contatti in corso con i familiari di Kharat proprio per facilitare l’individuazione della figlia e riportarla in Italia. (Repubblica)
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