Milano 13 Febbraio – Nota iniziale: questo articolo si basa interamente sulle dichiarazioni di una ragazza quindicenne aggredita e molestata sessualmente. Che potrebbero non essere accurate. In particolare, chi scrive, ha un paio di grosse riserve sulla nazionalità degli aggressori. Qualora dovesse emergere che il racconto (per ora sola fonte della notizia) fosse in parte non accurato mi scuso sin d’ora con i lettori. Perché allora parlarne? Perché la notizia è un’altra ed ha solo in parte a che fare con il brutto episodio della ragazzina di cui sopra.
I fatti in questa storia sono tre: c’è una ragazza brutalmente picchiata, c’è una denuncia contro ignoti, di cui si riferisce una provenienza Nordafricana, ed un sindaco che non ha, con tutta evidenza, idea di che pesci pigliare. E che invece di limitarsi alla vicinanza alla vittima ed ai suoi compiti istituzionali, coglie l’occasione per dare i compiti a chiunque, ammettendo solo di sfuggita che, sì, in effetti qualcosa nella sicurezza della città non va. Il fatto, in sostanza, è che una ragazza ha subito violenza in treno da due soggetti inizialmente ignoti, poi si è scoperto (o si sospetta) che uno dei due abbia fatto delle avances l’anno scorso e sia stato rifiutato. Da qui il monito di Sala: attenti a come usate i social. Eh? Un ragazzo molesta virtualmente una ragazza, che lo respinge, e le si vorrebbe imputare un uso scorretto di Facebook? Ma in base a cosa, esattamente? Dubito che il Sindaco abbia ulteriori informazioni rispetto alle nostre, per cui possiamo tranquillamente affermare che forse, ad essere stato imprudente è proprio Sala. L’unico caso, infatti, in cui la ragazza potrebbe aver peccato di leggerezza sarebbe quello in cui, a seguito delle molestie, sia rimasta in stretto contatto con il futuro aggressore fornendogli informazioni. Ma anche qui, dobbiamo capirci, uno studente tende ad essere abitudinario per forza. Pedinarla, anche prima dei social, sarebbe stato particolarmente facile per un coetaneo. Su, siamo stati tutti giovani ed innamorati, e di norma sapevamo esattamente gli orari in cui essere in determinati posti. Ovviamente senza molestare nessuno, ma senza nemmeno avere bisogno di Zuckemberg. Seriamente, l’accusa a Facebook assomiglia moltissimo al traffico di Palermo per Benigni. Qui ci sono due evidenti problemi: la sicurezza e la cultura.
No, la nazionalità degli aggressori, di per sé, non è il problema principale, di branchi di Italiani stupratori, purtroppo, ne abbiamo fin troppi. Ecco, però sul tema una riflessione (SE i due dovessero davvero essere Nordafricani) la possiamo fare: il fatto che non siano Italiani è una grande risorsa. Perché gli Italiani li dobbiamo rieducare (usualmente fallendo) e dobbiamo tenerli qui, vicino alla vittima. Il che è obbligatorio, ma anche fortemente disumano. Mentre fossero, per i potesi, Tunisini o Algerini, potremmo espellerli. Ripeto, non so se lo siano, ma se lo fossero sarebbe un’ottima notizia. Meno problemi, meno rischi ed una giustizia più efficiente. Una volta tanto, dalla parte delle vittime. Non trovate anche voi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,