Ieri alla direzione del PD mancava solo che Matteo quantificasse anche il riscatto. Esistevano due linee divergenti nel partito: avanti con Gentiloni a governare fino al 2018 oppure a Giugno elezioni anticipate. Si può pensare quel che si vuole, ma entrambe le posizioni erano più legittime. La prima puntava sul senso di responsabilità ispirato dalla contingenza difficile del momento, la seconda dalla situazione che si era venuta a creare dopo il 4 Dicembre (e che era stata interamente costruita da Renzi, ma questa è un’altra storia). Quello che nessuno voleva era una paralisi più o meno indefinita. Poi è salito il Segretario sul palco e siamo entrati in quell’universo parallelo in cui lui si trova così bene. Intanto la prima cosa che ha detto è “nessuno pensa più al bene dell’Italia”. E da qui ci si sarebbe potuti, legittimamente, aspettare di sentirsi dire che, mettendo da parte le beghe interne il Pd avrebbe governato. O che avrebbe ridato la voce agli elettori. O che Renzi avrebbe preso una casa a Sant’Elena. Ed invece no. No. Congresso. Congresso subito. Le banche stanno affossando il paese e loro cosa fanno? Congresso. La disoccupazione giovanile è al record di tutti i tempi e loro cosa fanno? Congresso. Notevole. Come ha argutamente rilevato l’On. Maullu, Europarlamentare di Forza Italia:
Capisco le preoccupazioni del Segretario del PD. Se, davvero, fossimo tornati alla Prima Repubblica uno come lui sarebbe stato bocciato ben prima, alla luce dei fallimenti politici e amministrativi che ne hanno contraddistinto il lavoro in ogni contesto in cui si è misurato. All’epoca esistevano sistemi di selezione durissimi, per impedire a gente impreparata ed avventurieri sul suo modello di prendere in mano i partiti. E questi meccanismi proteggevano anche lo Stato. Oggi non solo non esistono più, ma addirittura pare che gente come lui venga presa davvero troppo sul serio. Con risultati disastrosi per l’intera nazione”
Gentiloni era il convitato di pietra alla direzione del PD. La vita del suo governo dipende dall’esito di un congresso. Che, secondo Renzi, dovrebbe tenersi mentre il Governo fa una manovra punitiva per compiacere la Merkel. Non oso immaginare con quale serenità i Parlamentari democratici voteranno, presi come saranno dal congresso. In sostanza, ed ancora una volta, l’interesse nazionale sarà subordinato all’ego ed all’inesperienza di Renzi. Che, ormai, parla ed agisce come un Di Maio qualsiasi.
In sostanza, e come sempre, la situazione è grave, ma non è affatto seria.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,