Si candida Pisapia: più via Padova per tutti

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Milano 15 Febbraio – Boldrini, Pisapia, Vendola (forse), arcobaleni, arancioni cupi (tendenti al rosso) e tante, tante piste ciclabili. Ma tante, eh. Obiettivo: trasformare l’Italia in un’unica, lunghissima, affollatissima via Padova. Che da Merano a Lampedusa metta in rete moschee abusive, occupazioni di edifici, centri sociali, fratelli mussulmani (un po’ in tutti i sensi), fratelli rom, fratelli comprati (via utero in affitto) e pure sorelle. E tutte le infinite variazioni che la mente (quanto sana resta da dimostrare) vede tra fratello e sorella in termine di gender. Un’unica, festante, fiumana di casi umani che campano sulle spalle dei (pochi) produttori di ricchezza che saranno sempre meno. Con droga di stato, case di stato, industria (ma solo bio a km 0 e biodinamica come fosse antani con scappellamento, naturalmente, a sinistra) di stato e reddito di cittadinanza. Contro la globalizzazione del mercato, ma a favore della globalizzazione di tutto il resto. Anche se resta il dubbio di come faremo a coltivare la tapioca biodinamica a km 0. Ma sono dettagli che ci verranno spiegati più avanti. Probabilmente la importeremo, ma solo pagandola otto volte il suo prezzo di mercato, perché equa, solidale e soprattutto finanziata dai soldi degli altri.

Ecco, ieri Pisapia si è candidato. Ed è subito amarcord. Tabacci, quello noto ai più perché sostenuto dalla pagina Facebook “marxisti per Tabacci”, ha dato la sua benedizione. Il compagno Bruno sosterrà la corsa dell’impero del male verso i gloriosi destini che questa nazione può ancora raggiungere. Per esempio la piena disoccupazione, sostenuta dal reddito di cittadinanza e dall’agricoltura magica e disneyana che consente immensi raccolti di roba buonissima grazie a tecniche del tutto naturali. Come sacrifici a Baal, cornosilice sepolta durante incroci astrali particolari e la riscoperta di antiche tradizioni nostrane. Come la morte per fame. E poi quello che ci servirà lo produrranno i fratelli migranti che ci consentiranno di diventare finalmente multiculturali. E, se siamo fortunati, multietnici. Non ci sarà più il razzismo e sarà il 25 Aprile tre volte all’anno. Ogni compagno uscirà dal centro sociale, per andare a comandare con la canna in mano nel palazzo Comunale. I muti parleranno. Per legge. Chi si rifiuterà sarà rieducato. Balleremo tutti sotto la luna, senza paura perché non ci saranno più armi. Salvo quelle detenute dal Partito, perché, ehi, abbiamo una memoria partigiana da difendere.

E saremo, finalmente, tutti felici. Per decreto. Chi lo infrangerà non andrà, però, in carcere. Ma verrà rieducato. Con tutti i mezzi disponibili. Sarà abolito il matrimonio per gli etero, ma sarà obbligatorio per gli omosessuali. Sarà istituito un apposito fondo per comprare i bambini, ma ci saranno sconti per quelli a km zero. L’aborto sarà davvero per tutte. No, seguitemi, davvero per tutte. Chi si rifiuterà sarà multata. Solo figli di colore, solo figli per cui abbiamo pagato. Il bianco, l’assenza di colore, si dovrà far sparire perché siamo colpevoli. Colpevoli di ogni cosa. Sparirà la giornata del ricordo, sarà messa fuori legge. Al suo posto la giornata della vergogna. In cui potremo chiedere scusa a qualsiasi persona, stato, ente, religione (salvo quella Cristiana) di essere esistiti. Sarà un’Italia bellissima, dove tutti leggeranno. Quello che il Partito consente. E saremo, lo ribadisco, felici. Chi non lo sarà se ne pentirà amaramente.

E poi fiumi di droga, per aumentare la felicità e l’allucinazione collettiva di vivere in un paradiso terrestre. Quasi quasi lo voto anche io questo grande progetto. Ma poi mi dico che no, non è una buona idea. Se vincono, poi, li dovrò votare per forza, perché saranno gli unici coi requisiti per candidarsi. Quindi, tanto vale aspettare. Alla fine li voteremo tutti. Che ci piaccia oppure no.

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