Ma che sia differenziata per tutti, anche per l’Amsa

Milano

Milano 16 Febbraio – Ormai da anni sono diventato un piccolo chimico. Sono capace di distinguere la plastica dalla carta, il vetro dall’umido, l’alluminio dalla ceramica. Riesco a separe le lattine del tonno dal cartone di latte in tetrapak. I composti organici non sono più un mistero, anche se – lo ammetto – ho ancora qualche problema con quei prodotti che uniscono in modo pressochè indissolubile alcuni materiali che, ho scoperto grazie a un amico, usando certi solventi è possibile dividere. Però non ho comprato quei solventi, mi spiace ma non voglio robe chimiche in casa. Ho scoperto tutto questo anche a causa di un metodo in auge in questo Paese: le multe; tecnicamente dette sanzioni amministrative. I primi tempi è stata una tragedia. Oltre a dover sborsare dei soldi, c’era anche la disapprovazione degli altri condomini. Li vedevo passare scuotendo la testa, manco avessi scippato una vecchina indifesa. Poi, qualche giorno fa, un socio dell’Associazione Persone Ctittà e Territori, di cui sono Presidente, mi ha inviato la fotografia che correda quest articolo e, con lei, eravamo entrambi arrabbiati. Un operatore ecologico che, con tutta tranquillità, gettava nel cassone del camion dell’AMSA, i sacchi neri insieme ai cartoni, i sacchi bianchi della plastica insime a quello dell’umido. La foto è stata scattata in una zona sud-ovest di Milano. Quello che mi ha dato fastidio non è tanto il fatto che tutto il tempo perso dai cittadini è andato in fumo….o per meglio dire, in discarica, oppure i soldi delle multe che ho pagato, insieme a tanti altri, anche se le istruzioni per la differenziata non era chiare e non era facile capire quale scarto andava in un sacco piuttosto che in un altro. Non è stato questo a darmi fastidio, quello che ha dato – e da fastidio – e la tranquillità con cui quell’operatore ecologico, e il suo collega che guidava il camion, mischiava insieme la spazzatura. Se lo ha fatto con tutta tranquillità, vuol dire che non è la prima volta che lo fa. Vuol dire che è un’abitudine. Nonostante questo episodio, continuo ad avere in casa cinque diversi contenitori per la pattumiera, continuo a tenerli in casa per attendere i giorni giusti per portarli nei locali immondizia nei giorni stabiliti. Continuo a farlo, con sempre maggiore accuratezza. Ma vorrei che il Comune facesse lo stesso, che anche lui, e prima dei cittadini, desse il buon esempio, rispettando le regole. Perchè, nella mia concezione, il Comune, come tutte le altre istituzioni, è un padre di famiglia, e come tale deve comportarsi come un buon padre, dando l’esempio. Il buon esempio. Mi auguro, nel breve, che il Comune dia conferma che la raccolta differenziata viene realmente fatta, e che non sia solo una perdita di tempo e soldi per i cittadini. In fin de conti, come ci ricordano le scritte sul camion dell’AMSA “Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo.” Anche se, a dire il vero, vedere il nome del Mahatma Gandhi sui camion della pattumiera, mi fa sempre uno strano effetto. Soprattutto quando quelle parole sono solo parole al vento.

Bruno M. Caterina

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