Difendere i gazebo della Lega è difendere noi stessi

Attualità

Milano 19 Febbraio – Io non sono Leghista. Con i Padani ho polemizzato spesso e volentieri, soprattutto con l’attuale incarnazione Lepenista. Detto questo, ciò che è avvenuto ieri a Monza è, senza ombra di dubbio, un fatto di gravità estrema. Stavo per scrivere inaudita, ma ne abbiamo sentiti anche troppi di casi del genere. Il fatto è scarno: ieri durante un gazebo in cui si faceva tesseramento, un gruppo di autonomi ha aggredito la struttura e chi la presidiava. Nessuno ferito, ma il punto è un altro. Era un avvertimento. In puro stile mafioso. E se fatti del genere sono sempre avvenuti, oggi si collegano ad un altro problema. È, di nuovo, sotto attacco la libertà di espressione. In Parlamento giace una simpatica proposta di legge sulla difesa della popolazione dalle bufale che, in teoria, dovrebbe proteggerci dalla fogna Grillina, in pratica è un tentativo di istituzionalizzare quello che è avvenuto a Monza. Eliminando l’elemento violento, estemporaneo ed improvvisato e sostituendolo con qualcosa di meno precario. A Monza i Leghisti sono stati aggrediti perché, con ottima approssimazione, secondo gli estremisti di sinistra, propagandavano odio tramite la menzogna. Diffondevano insicurezza tramite manipolazioni della realtà. Minacciavano la tranquillità della gente con notizie false. Quindi hanno distrutto il gazebo, per arrestare la diffusione di tutto questo. La legge punisce, col carcere, chi diffonde notizie infondate atte a minare il processo democratico. Stanno dicendo, con sfumature diverse, la stessa cosa. Il gazebo Leghista non deve esistere. E nemmeno questo articolo, se vogliamo dirla tutta. Anche io voglio influenzare il processo democratico. Anche quello che ho appena scritto non è una verità assoluta. È una mia opinione. Una collazione di fatti, eseguita per dimostrare una mia tesi. La menzogna o la verità si possono nascondere anche in questo processo. Prendiamo, ad esempio, la bufala dei vaccini che causano l’autismo. È una fallacia logica che confonde correlazione (l’autismo viene diagnosticato dopo i vaccini), con la causazione. Chi la diffonde dovrebbe essere processato per la legge. È pensata per questo, dopotutto. Ma non finisce qui.

Anche questo articolo crea una correlazione. Dice che un fatto comune (purtroppo), come un’aggressione alla Lega Nord, oggi assume un significato diverso vista questa legge in approvazione al Senato. È vero? Secondo me sì. Ma se per un giudice questa frase fosse una menzogna, io sarei da galera. Perché di sicuro voglio alterare il processo democratico. Per esempio, impedendo la rielezione di chi ha voluto quella legge. A partire da Razzi, che è del mio partito. Di sicuro questo articolo è un fatto intenzionale. Di sicuro sapevo a cosa andavo incontro. E di certo non mi posso fare scudo della Costituzione. La Più Bella del Mondo, infatti, protegge il diritto di parola da qualsiasi cosa, salvo l’unico abbastanza forte da farle del male, cioè lo Stato. Quindi, se per un giudice queste mie parole non fossero una generica opinione, ma un atto sovversivo, io dovrei essere punito. Capite che qui c’è un problema, che parte dai gazebo della Lega ed arriva alle vostre case, ed ha a che fare con un problema enorme che si chiama Stato. Che, da un lato, non protegge i leghisti e dall’altro ci tiene tantissimo a proteggersi da voi.

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