Milano 20 Febbraio – Pesce scaduto da un anno, pronto ad essere venduto a ristoranti e negozi di alimentari milanesi. Lo ha scoperto la Guardia costiera del porto di Genova, che ha trasmesso la notizia di reato alla procura di Milano. Il pesce era destinato a un importante grossista cinese, residente alla Comasina. Il pubblico ministero Maura Ripamonti ha chiesto per l’uomo un decreto penale di condanna per tentata frode nell’esercizio del commercio. Sotto a un’etichetta posticcia, che indicava come data di scadenza il prossimo marzo, c’era quella vera: il pesce era scaduto da oltre 11 mesi.
Nella richiesta del pm si legge di come l’uomo avesse “detenuto all’interno di una cella frigorifera un collo di pesce topo pelagico (Coilia mystus) del peso di 10 kg importato dalla Cina, recante etichetta di scadenza al 5 marzo 2017, sovrapposta all’etichetta originale recante data di scadenza al 5 marzo 2016”. In pratica, con un gesto semplice quanto abusivo, il commerciante avrebbe tentato di vendere in Italia pesce già scaduto da tempo.
Sul fatto che la merce fosse destinata a essere venduta, la procura non ha dubbi. Nel qualificare il reato, si fa riferimento ad “atti diretti in modo non equivoco a consegnare agli acquirenti prodotti alimentari ittici recanti data di scadenza contraffatta”. Il pm chiede per il grossista una condanna a un mese di reclusione, convertita in una multa da 7.500 euro. La domanda inquietante che il sequestro solleva è: quanta di questa merce scaduta potrebbe essere in commercio?
Il Coilia è un genere che comprende tredici specie di pesci medio-piccoli, dalle carni bianche, impiegati in cucina per la produzione di preparati alimentari come oli e paste, o come succedaneo di specie più nobili. In pratica, al pari del pangasio, si presta a essere venduto con indicazioni diverse da quella reale. Se cotto, può essere spacciato per spigola, orata e altri tipi di pesce.
Dal momento che viene pescato intensivamente nei mari costieri tropicali degli oceani Indiano e Pacifico, il timore è che il pesce scoperto a Genova possa fare parte di una partita di merce avariata molto più ampia. Per questo le autorità sanitarie, che fanno capo all’Ats, da due mesi hanno intensificato i controlli sul pesce proveniente dall’Asia.(Repubblica)
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