Del trasferimento a Milano dell’Agenzia Europea per il Farmaco ne avevo già scritto. E non mi entusiasmava particolarmente. La storia inizia dopo la Brexit. Londra è la sede di alcune agenzie Europee e le loro sedi, ovviamente, andranno spostate. Select Milano, un comitato nato proprio per far sceglere la nostra città alle società ed alle agenzie in fuga, ha molto spinto per la buona riuscita dell’operazione. Anche se, e gliene va dato atto, hanno compiuto un lavoro molto, molto più approfondito, puntando anche sulle istituzioni finanziarie. Sono persone competenti e capaci. E sarà un peccato quando, preso atto che la produzione di valore in questo paese è vista come una gravissima colpa, si dovranno arrendere. Però, per l’agenzia, le cose non sono così nere. Per esempio, nessun imbecille è riuscito ad inventare una cosa tipo la Tobin Tax, da applicare alle istituzioni Europee. Quindi non corriamo certo il rischio che, presi per i fondelli dal mondo, i grandi operatori finanziari, spostino le loro operazioni da Milano a posti dove non ci sono Piddini al governo. Tipo Boccia, per capirci. Ecco, le agenzie Europee vanno benissimo in Italia. Qui possono trovare un sistema accogliente, burocraticamente complesso, dove ogni stranezza, ogni cavillo ed ogni codicillo non saranno più discriminati, guardati con sospetto o, Dio non voglia, non rischieranno più la propria esistenza. Nessuno sano di mente in Italia cancella un sotto comma, se non per sostituirlo con un più complesso, inutile e generatore di caos. Un comma che muore in Italia è sicuro di reincarnarsi. Ma è comunque un fenomeno raro, la maggior parte, vive secoli, nascosto nei luoghi profondi della nostra normativa, come quegli animaletti preistorici che talvolta vengono scoperti nei luoghi profondi della terra. Immuni all’evoluzione, deliziosamente inutili e talvolta fieramente velenosi. Ecco, questa roba qua è fatta per l’Italia. Milano, poi, è baricentrica nell’area di produzione farmaceutica, quindi anche geograficamente siamo messi molto bene. Non possiamo perdere. Forse.
Già, perché entrando in Italia, si commette un sottile errore che può costare molto. Noi siamo il paese di Stamina. Dove chi provava a bloccare la follia di un architetto che iniettava acqua sporca nel midollo spinale della gente rischiava una denuncia. Dove dei giudici, tutti e regolarmente ancora al loro posto, imponevano a delle strutture cliniche di applicare protocolli non scientifici a bambini già gravemente malati. Siamo il paese dove dei geologi hanno dovuto difendersi dall’accusa di non aver dato l’allarme per un evento imprevedibile. Siamo il paese dove, ancora ed ancora, dobbiamo dimostrare che la cura Di Bella, pur usando degli antitumorali, non è un protocollo medico valido. Siamo un paese (però questo valeva anche per l’Inghilterra, va detto) che fa pagare, in alcune Regioni, allo Stato i farmaci omeopatici. Ovvero lo zucchero e l’acqua più cari della storia. Siamo il paese della corte di Trani che, ancora e sempre, indaga sui vaccini. O che accusa di disastro colposo gli scienziati che studiano la xylella. O, in ultimo, che ha perso una valida senatrice e scienziata, la Capua, perché qualcuno aveva furbamente pensato di denunciarla per aver diffuso l’aviaria. Dagli all’untore.
Ecco, dopo tutte queste simpatiche annotazioni, siamo certi che chiunque, sano di mente, verrebbe qua ad autorizzare, o a negare l’autorizzazione per un farmaco? Dove degli analfabeti scientifici, per il solo accidente di avere a disposizione una toga, possono metterti sotto indagine? Io non lo farei mai. Ma magari mi sbaglio. Di sicuro auguro ogni successo a Select Milano, perché p forse la migliore realtà attualmente sul mercato che crede ancora nell’Italia. Vi dirò di più, li invidio. Ci vorrei credere anche io così tanto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,