Fai, nella top ten dei luoghi del cuore c’è l’antica bottega di Milano oggi sotto sfratto

Milano

Milano 28 Febbraio – E’ la Ditta Guenzati, il negozio più antico di Milano, specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni, il luogo del cuore che entra nella top ten della classifica del Fai, dopo la mobilitazione nata a causa dello sfratto che costringerà il negozio a cambiare sede: i cittadini chiedono che questo pezzo di storia milanese possa continuare a vivere nel palazzo di via dei Mercanti, a due passi da Cordusio, e lo hanno fatto rispondendo all’appello del Fai che ora stila la sua 8^ classifica dedicata all’archeologo Khaled al-Asaad, l’eroe di Palmira.

Una votazione a cui hanno partecipato soprattutto i cittadini lombardi: sono loro 189.671 voti, su un totale di 1.573.032 segnalazioni. Al primo posto tra i luoghi del cuore, il Castello e Parco di Sammezzano, a Reggello (Firenze), seguito dal Complesso monumentale di Santa Croce, Bosco Marengo (AL). Terzo posto per le Grotte del Caglieron, Fregona (TV), quarta l’Area archeologica di Capo Colonna, a Crotone, e quinto – appunto – la Ditta Guenzati di Milano, con poco più di 31mila voti. Grazie al censimento dei ‘Luoghi del Cuore’, dal 2003 ad oggi è stato possibile intervenire a favore di 69 beni in 15 regioni, alcuni già ristrutturati e visibili ai cittadini, altri ancora interessati da progetti di recupero.

Oltre alla ditta Guenzati e al Convento di San Nicola in provincia di Bergamo (arrivato sesto), sono altri dieci i luoghi lombardi che rientrano nella classifica dei primi cento: il Naviglio Martesana, il Giardino di Palazzo Malacrida (Morbegno, SO), il Castello di Mirabello (PV), la Sciesopoli ebraica (Selvino,BG), il Castello di Branduzzo (PV), l’Archivio storico dell’ospedale maggiore di Milano, le antiche fattorie Visconti (Somma Lombardo, VA), la Chiesa Vecchia di Sovico (MB) e Villa Gonzaga (Olgiate Olona, VA). Al 71esimo posto ci sono anche le sedi di Città Studi della Statale: a raccogliere le firme sono stati i residenti della zona i quali temono che il quartiere verrà lasciato al degrado in seguito al trasferimento delle facoltà scientifiche dell’università nell’area Expo.

Fondata nel 1768 la Ditta Guenzati è stata tra le prime imprese sul territorio nazionale a essere insignita del titolo di ‘bottega storica’. Due secoli e mezzo di una storia le cui radici rimontano al Ducato di Milano, dove Giuseppe Guenzati fonda col proprio nome la ditta di famiglia specializzata in tessuti nell’antica Contrada delle Galline, in Via dei Fustagnari 1. La Ditta si insedia inizialmente nel seicentesco Palazzo Guenzati, demolito e ricostruito a inizio anni Sessanta, con il nome di Palazzo Beltrami, dal nuovo proprietario, le Assicurazioni Generali. Contestualmente, la Ditta Guenzati viene spostata nell’adiacente Palazzo Venezia, anch’esso proprietà di Generali. La proprietà della Ditta Guenzati viene trasmessa di padre in figlio fino al 1876, anno in cui la Signora Rosa Casati Guenzati decide di passare il testimone ai due dipendenti, Giovanni Battista Tomegno e Luigi Meda. Dal 1913 la gestione resta alla famiglia Tomegno e verrà ceduta nel 1968 ai commessi più giovani Vittorio Ragno – la cui famiglia è ancora oggi la proprietaria – e Angelo Moretti, che si concentreranno sull’importazione di tessuti di qualità di fabbricazione anglosassone.

La bottega conserva molte tracce della sua storia secolare. Tra queste, sull’imponente bancone centrale di origine ottocentesca dove per secoli i commessi hanno misurato i tessuti in vendita sono ancora ben visibili due tacche incise alla distanza di 92 centimetri l’una dall’altra: fatte nella seconda metà degli anni Quaranta, ricordano la Milano occupata dalle truppe alleate. Alla Ditta Guenzati, infatti, andavano i militari americani per acquistare scampoli di stoffe prestigiose da portare a casa come prezioso souvenir dall’Europa.

Oggi, a pochi mesi dal suo 250° compleanno, la Ditta Guenzati è sotto sfratto, insieme a tutti gli altri negozi locatari dei due immobili. Generali Real Estate ha infatti deciso di ristrutturarli, cambiandone l’assetto interno, anche se verrà mantenuto un uso commerciale. Da qui è nata l’attivazione al censimento, che ha reso la Ditta oggetto di una mobilitazione sorprendente, inaspettata dagli stessi proprietari, che hanno ricevuto il sostegno di clienti e fornitori, incluso il presidente della Scottish Tartans Authority.

Lombardo, però, è anche un altro luogo del cuore entrato nei primi dieci da salvare. Ed è il Convento di San Nicola di Almenno San Salvatore, in provincia di Bergamo, sesto. E’ sorto alla fine del ‘400, quando un’epidemia di peste portò i cittadini a far voto di erigere una cappella. Il progetto si trasformò nel giro di pochi anni con una chiesa e un convento dedicati a Santa Maria della Consolazione, edificati tra 1488 e 1518. In tempi recenti, il complesso è tornato ad essere un fulcro della vita socio-culturale di Almenno. La proprietà è privata (all’interno del Convento sono presenti un’azienda vinicola e un ristorante) ma l’affetto della comunità è grande. Tant’è che l’Antenna Europea del Romanico, associazione molto attiva sul territorio, si è attivata per segnalare il complesso al Fai. La chiesa, in particolare, necessita di importanti lavori, dovuti in particolare a problemi di infiltrazioni di umidità. (Repubblica)

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