Milano 28 Febbraio – Si chiama rivoluzione estetica quella messa in atto da Francesco Risso per Marni.
La collezione autunno/inverno 17-18 appena presentata a Milano, rappresenta uno spartiacque evidente e ben riuscito che divide la vecchia generazione con una nuova visione estetica.
Il punto di forza dell’impianto stilistico della collezione è la linea adottata, quasi primitiva (o meglio dire acerba) ed over.
A dettare la scansione dei capi che hanno sfilato in passerella è il pattern; Risso debutta nella maison controllata da OTB, gruppo Enzo Rosso, abbozzando solo qualche dettaglio riconducibile alla maison fondata a Milano nel 1994 da Consuelo Castiglioni.
Un elemento che funge da filo conduttore con il passato è la pelliccia, adottata allo stato quasi arcaico, selvaggio ed anche in faux fur.
In una palette di colori delicata, toni vibranti come l’azzurro, il viola e la terra bruciata riconfermano la naturale estetica di Marni.
Ma ciò che rende molto interessante il progetto creativo di Risso è la contaminazione dei tessuti. Un lavoro di fantasia impressionante, quello svolto dal designer, che lascia fondere perfettamente tessuti nobili come la seta a quelli meno aristocratici come la plastica.
Sia chiaro che nel caso di Risso non si può parlare di un “buona la prima”.
Chiaramente i debutti sono sempre segnati da una filosofia estetica tutta da rifare.
Risso, dalla sua parte, ha la voglia di ridisegnare l’immagine di una maison con un’immagine forte e ben riconoscibile .
Lasciamo dunque che le goffrature ordinarie lascino il posto a strutture meno composte e a print più intraprendenti (come Marni insegna).
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