Il 70% dei sussidi va agli stranieri. Cambiare l’ISEE e le politiche sulla povertà

Attualità Fabrizio c'è
Milano 5 Marzo – In Italia le politiche contro la povertà  sono non solo  insufficienti ma pure sbagliate.
Prendiamo ad esempio due strumenti che dovrebbero aiutare anziani e famiglie: il fondo sostegno affitti (destinato a chi non ce la fa a pagare l”affitto a un proprietario privato) e il SIA, Sussidio Inclusione Attiva voluto dal Governo Renzi per le famiglie con figli numerosi o con disabili.
Guardiamo i dati relativi a Milano. Il contributo affitti (il dato è relativo ai mandati di pagamento per il 2015) è andato per il 67% a  extracomunitari e per il 33% a Italiani. Eppure numerosi sono gli anziani che non ce la fanno a pagare più l’affitto e vengono sfrattati.
Guardiamo poi i dati 2016. Sia, Sussidio Inclusione Attiva, che è in pratica una social card da 80 euro mese per ogni componenente familiare, destinata a famiglie numerose o con disabili che non superino i 3000 euro di Isee.
Qui, a Milano, i numeri sono imbarazzanti: il  70,9  %  va a extracomunitari, il 29,1 a cittadini comunitari. Gli italiani sono sotto il 20% !
Perche?
Le domande vengono esaminate sulla base dell’ Isee Indicatore situazione economica equivalente. Questo indicatore penalizza chi possiede beni immobili di scarsissimo valore o piccoli depositi in banca (anziani italiani), mentre favorisce chi fa lavori in nero o spedisce i guadagni all’estero.
Inoltre l’ISEE si basa sulla autocertificazione della situazione abitativa e del nucleo familiare. Questo  consente molti abusi, tipo dichiarare di essere ospiti quando si e occupanti abusivi o in subaffitto. Oppure non  dichiarare nel nucleo familiare mariti che lo sono, o aggiungere figli che stanno nei paesi di origine.
Non si può più disperdere le risorse contro la povertà in maniera così poco mirata e addirittura discriminatoria verso gli italiani
Cambiamo l’Isee, tuteliamo di più gli anziani, contrastiamo gli abusi dovuti a mancati controlli anagrafici e fiscali, aiutiamo chi ha perso il lavoro e non chi lavora in nero. Sosteniamo chi vorrebbe fare il primo figlio ancor più delle famiglie numerose.
Questo dovrebbe essere il primo argomento da affrontare nelle prossime elezioni politiche.

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