Milano 6 Marzo – La situazione è complessa, ma l’assenza di volontà del Comune di risolverla è evidente. E ancora le politiche sociali di Majorino guardano altrove, mentre anziani e minori chiedono aiuto. Scrive il Corriere “La vocazione di accoglienza pluricentenaria del Pio Albergo Trivulzio, la cui vita s’intreccia a quella della Milano col coeur in man, rischia di interrompersi per motivi economici. Il problema principale ruota intorno agli Istituti Martinitt e Stelline, simbolo dell’aiuto ai minori in difficoltà. Sono stati creati tra il 1528 e il 1578, rispettivamente da San Gerolamo Emiliani e San Carlo Borromeo, per dare un tetto agli orfani: i bambini sono i martinitt, dal nome della prima sede, l’oratorio di San Martino; invece le bambine sono state chiamate stellinn in modo affettuoso. Oggi si occupano prevalentemente di stranieri minorenni arrivati a Milano senza famiglia. Ebbene, adesso i sindacati del Trivulzio, l’azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) da cui dipendono, lanciano un ultimatum: «O il Comune si assume le proprie responsabilità incrementando le rette (per i 51 minori ospitati, ndr) o, al contrario, dovrà iniziare a gestire direttamente la comunità dei minori». Stesso discorso vale per i 270 anziani poveri ricoverati al Trivulzio (complessivamente i posti letto sono 1.350): le rette vengono versate da Palazzo Marino, con tariffe scontate rispetto agli ospiti che pagano in proprio e ferme dal 2003. «Se il Comune decidesse di attualizzare le rette, ci sarebbero maggiori ricavi per 800 mila euro annui — scrivono le Rsu —. In alternativa potremmo sostituire progressivamente la lista di attesa dei pazienti comunali con quella dei solventi. Ciò genererebbe un maggior fatturato di oltre 80 mila euro all’anno ogni 10 ospiti».
I sindacati esprimono le loro richieste in una lettera inviata al cda del Trivulzio (guidato da Maurizio Carrara) e trasmessa per conoscenza anche al sindaco Giuseppe Sala e all’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. …Ma può il Trivulzio abdicare alla sua missione di accoglienza in nome del pareggio di bilancio? I medici del Trivulzio, in una lettera del primo marzo scritta a seguito dell’intervento dei sindacati, sono convinti che non sarebbe giusto: «Con una singolare lotta di classe al contrario, i rappresentanti dei lavoratori propongono di cessare l’assistenza alle persone più povere e fragili della nostra città in favore di persone più ricche e in grado di pagare rette più vantaggiose per le finanze dell’istituto — osservano —. L’idea di abbandonare a se stessi 270 anziani malati cronici poveri e i minori è per noi deontologicamente inaccettabile e va contro il giuramento di Ippocrate che noi medici abbiamo solennemente fatto al momento della laurea». Le comunità dei Martinitt e delle Stelline, la cui sede centrale è in via Pitteri 58, accolgono bambini e adolescenti privi dei riferimenti familiari o allontanati dalla famiglia dal Tribunale dei minori. «Le comunità sparse per Milano sono piccoli nuclei abitativi — viene spiegato online — dove educatori professionali accompagnano e sostengono i ragazzi nella quotidianità: scuola, tempo libero e amicizie». Sono luoghi che hanno fatto la storia della città: tra i martinitt cresciuti lì ci sono anche noti imprenditori, da Angelo Rizzoli a Leonardo del Vecchio, fino a Edoardo Bianchi della mitica bici e Marco Dabbene della dinastia degli argentieri.
Immaginare che le due comunità si possano staccare dal Trivulzio appare, dunque, difficile, anche se i sindacati sono pronti a dare battaglia. È vero, però, che difficilmente i vertici del Trivulzio potranno continuare ad accettare gli attuali rimborsi del Comune, considerati anacronistici. I medici sono dello stesso avviso: «Al Trivulzio devono essere riconosciute tariffe che tengano conto della specificità di alta valenza sanitaria». Per i pazienti ricoverati vengono auspicati rimborsi tarati sul tariffario sanitario e non più su quello socio-sanitario, decisamente più basso”. La polemica si fa politica Per l’assessore Giulio Gallera «la Regione sta facendo moltissimo, coinvolgendo il Pat nella riforma
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