Milano 12 Marzo – Prima o poi qualcuno deve dire la verità: Minniti si è comportato da uomo delle istituzioni, vero e fiero servitore dello Stato. De Magistris, invece, ha deciso di barattare la dignità della carica che ricopre con dieci minuti di gloria. E per questo andrebbe istantaneamente rimosso dalla carica che indegnamente ricopre. La vicenda del discorso di Salvini a Napoli rivela tutta la fragilità di uno Stato ricco di leggi e povero di buon senso. Il Leader della Lega chiude un contratto con la Fiera d’Oltremare. Diecimila euro, o cinquemila, le cifre divergono, ma sono largamente irrilevanti. Ma largamente è dire poco. Quello che conta è che il Comune incassa dei soldi, dà l’ok, fa partire la macchina organizzativa e poi, magicamente, si accorge a CHI ha affittato la sala. Se ne accorge perché i principali azionisti del Sindaco, i Centri Sociali, occupano. Attenzione ai dettagli: non se la prendono con De Magistris. Ed è strano, non trovate? È lui che ha concesso la sala. Non è che Salvini se la sia presa con la forza. Non ha sfondato le porte. No, ha stretto un accordo. Quindi il Comune a) sapeva e b) era d’accordo. A me, che sono sospettoso di natura, viene da pensare che potrebbe anche darsi che le due cose siano collegate. Cioè viene presa la sala, vengono avvisati per tempo i teppisti organizzati e poi la sala diventa inagibile causa occupazione. I soldi, a quel punto, non si restituiscono, per cause di forza maggiore e siamo tutti felici e contenti. Niente Lega a Napoli e tanti soldi gratis. Ovviamente questa versione è falsa fino a prova contraria, che non ho. Ovviamente nessuno ha pianificato nulla, ci mancherebbe altro, è stato tutto spontaneo. Ovviamente. Di sicuro, però, è successo qualcosa che ha turbato molto De Magistris. È arrivato Minniti che, a brutto muso, ha spiegato che, essendo la sala del Comune, il Comune doveva, con l’aiuto della Prefettura e della Questura, se necessario, lasciar fare il comizio a Salvini. E qui succede la seconda cosa strana. Miracolosamente (per l’integrità della struttura) i Centri Sociali erano già fuori quando è arrivato l’ordine. Festeggiavano la vittoria. Come se sapessero, infallibilmente sapessero, che il Comune avrebbe ceduto alle loro proteste senza la minima resistenza. E quando è arrivato l’ordine, invece di riprovare a forzare la sala e metterla fuori uso, si sono ritirati in buon ordine, organizzando la propria presenza al corteo e la successiva guerriglia urbana.
Ovvero hanno immediatamente, e senza contropartita, rinunciato a bloccare l’arrivo di Salvini ed hanno accettato una soluzione di scarto. Devastando auto. Private. Saracinesche. Private. Caricando la poliza. Dello Stato, non certo di De Magistris. Ma la sala del Comune, quella è rimasta intatta. E Luigino ha potuto fare il Masaniello che se la prende col Re perché la Lega parla a Napoli. Non so, sarò io paranoico, ma questa vicenda non mi torna. E sento puzza di accordi innominabili. Di sicuro la Sinistra, ancora una volta, ha dimostrato di rifiutare di parlare a chi dissente da essa. E non è un bel segnale, se me lo permettete.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,