Email-dipendenti? Ecco il modo per disintossicarsi

Scienza e Salute

Milano 13 Marzo – Ossessione email. E’ in aumento il tempo che ogni impiegato trascorre per controllare la posta elettronica. Lo ha rivelato una recente indagine di Adobe realizzata negli Usa su un campione di mille ‘colletti bianchi’, focalizzata sulle abitudini e sui comportamenti dei lavoratori legati alla email personale e del lavoro.

Il controllo può diventare una vera e propria ossessione, al punto che non si riesce a farne a meno nemmeno mentre si guarda la tv o si è in bagno. Peggio ancora, quando si è in vacanza. Più pericolosamente, quando si è alla guida.

Stare sempre sulla posta elettronica è espressione di “un’ansia di controllo, un cercare di essere sempre pronti alla richiesta, pronti alla domanda – è l’analisi all’Adnkronos della dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap – In questo caso parliamo di un meccanismo che diventa ossessivo-compulsivo perché è destinato non a trovare un piacere ma a tranquillizzare un’ansia. Io ho controllato e quindi sono tranquillo rispetto all’eventualità che possa succedere qualcosa di negativo perché io non sono stato pronto a dare la risposta”. Ma c’è un modo per ‘disintossicarsi’?

Intanto, sottolinea Vinciguerra, “bisogna cercare di costruire un maggior rapporto di fiducia con sé stessi. E quindi nell’idea che se io valgo la sensazione di essere minacciato se non sono sempre preciso e puntuale nella risposta ovviamente tende ad abbassarsi. Questo, poi alla fine, è un meccanismo di compensazione della paura di essere rifiutato. E quindi bisogna migliorare il rapporto di fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità, nel convincimento che io sono scelto non solo perché sono preciso, puntuale, veloce e sempre presente ma anche perché sono una persona considerata valida”.

Altra cosa importante “è cercare durante i periodi in cui non siamo al lavoro di sforzarci piano piano di allontanarci, spegnendo proprio i cellulari o comunque tutta la strumentazione dove viene registrato il contatto con il lavoro, prima per mezz’ora, poi per un’ora, in modo da gestire l’ansia” dice la psicoterapeuta.

“Fino – spiega – ad arrivare ovviamente a cercare di usare il weekend come momento di distacco generale da tutti quelli che sono i mezzi di collegamento con il mondo, che non è soltanto la posta elettronica lavorativa”. C’è infatti un’altra dimensione come “la notizia e l’informazione”. “Noi – sottolinea Vinciguerra – dobbiamo fare almeno 24 ore, se fossero 48 sarebbe meglio, di disintossicazione. Il cervello ha bisogno di disintossicarsi rispetto a un comportamento”.

Infine, “bisognerebbe ovviamente che queste persone facessero un percorso che le aiutasse maggiormente a stare in contatto con il ‘qui e ora’, sentire l’emozione e il piacere di ciò che stiamo facendo in quel momento. Se faccio la doccia, il mio sforzo è di stare nella doccia, non di andare dietro al cervello che sta già pensando a quello che dovrò fare dopo. Perché altrimenti questo ci procura un grandissimo livello di stress, perché noi non viviamo mai il momento, le sensazioni, le emozioni e anche il piacere, e quindi siamo semplicemente affaticati rispetto alla sensazione di tutta una serie di cose e di incombenze che non hanno mai un ritorno emotivo di gratificazione”. (Adnkronos)

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