Milano 13 Marzo – Sono bastati venti-clic-venti. E anche i Cinque Stelle monzesi hanno il loro candidato sindaco. La Rete ha parlato, e ha pronunciato il suo nome: Doride Falduto. È questa «ragazza come voi» (così nella sua videopresentazione), di 37 anni, praticante avvocato in uno studio legale milanese, la «portavoce» del Movimento. Ha raccolto un terzo dei votanti alle «Comunarie» online: 20 preferenze su 66 «iscritti certificati» che hanno partecipato. Apriti cielo: sui social network si è scatenato lo sfottò.
I favoriti erano altri. Descritta come determinata e di poche parole, Doride (nome della mitologia greca di una delle figlie di Oceano) l’ha spuntata, unica donna, contro sei uomini, tutti over 50. E forse l’età — azzarda qualcuno — può averla aiutata. Il secondo si è fermato a quota 17. Anche alla «graticola» di fine febbraio, la tradizionale prova del fuoco con i militanti, non ha brillato. Nervosa, un filo di voce, i video la mostrano camminare ininterrottamente da un lato all’altro della stanza durante le risposte alla base pentastellata.
«Se arriverò dove scegliete di farmi arrivare, farò — giurava nel suo messaggio di presentazione —. Perché ho le capacità, un bagaglio che voglio far fruttare, perché quello che si impara a scuola e nella vita si cerca di farlo fruttare». Non è stato più incisivo l’appello finale prima del voto: «Se vi ispiro, sceglietemi. Desidero fare le scelte giuste per la mia città». Certo, gli altri non è che fossero andati meglio. Tra divagazioni su «criptovalute» e «concarreggio» (il carpooling), gli aspiranti candidati sono stati messi in crisi dall’ignoto che nella cesta ha piazzato domande perfide: «Cosa sono le spese in conto capitale e quelle in conto corrente?»; «Il sindaco presiede il consiglio comunale?»; «Sai leggere le poste di un bilancio?». Tra le risposte imbarazzate, ecco la migliore: «Il sindaco più che una memoria Ram ha bisogno di un processore, per queste domande vai su Google ed è fatta».
A chi l’ha sentita dopo i risultati, lei s’è detta contenta «perché finalmente riuscirò a fare qualcosa di concreto». Venerdì sera, intanto, prima riunione con lo staff per iniziare a prepararla alla corsa al Comune. Ora che il candidato è scelto, infatti, per i Cinque Stelle c’è lo spettro del «tritacarne» mediatico. Il fattore voti è critico. E nessuno vuole che si ripeta quanto avvenuto un anno e mezzo fa a Milano. Con una candidata sindaco delegittimata per la manciata di preferenze raccolte fino alla decisione del passo indietro: Patrizia Bedori fu infatti nominata con soli 74 voti «fisici», prima di lasciare al termine di una riunione da psicodramma ed essere sostituita da Gianluca Corrado, che raccolse 634 voti in una seconda tornata online. «Vogliamo evitarlo. Adesso dobbiamo prepararla», conferma il consigliere comunale uscente Gianmarco Novi.
Le prime avvisaglie sul web ci sono già. «Il mio caposcala ha preso più voti»; «Numeri bulgari»; e c’è chi punta il dito sui 13 anni impiegati per laurearsi in giurisprudenza. Il consigliere regionale Gianmarco Corbetta, «conduttore» della graticola, difende il risultato. «È in linea con la nostra storia. C’è sempre uno scarto importante tra i nostri voti alle elezioni, il numero di iscritti e le persone che partecipano alla scelta del portavoce». E non risparmia una stoccata agli avversari: «Comunque, a Monza ci siamo distinti: il candidato del centrodestra è andato ad Arcore per la benedizione, quello del centrosinistra si è ricandidato in automatico, quello civico si è autocandidato come un “Berluschino” qualsiasi. Abbiamo offerto la possibilità di influire, ma forse serve tempo per far passare l’idea di partecipazione attiva alla vita del Movimento».
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