Da qualche giorno stiamo assistendo ad una escalation notevole negli episodi di degrado sociale nella nostra compagine giovanile. Prima quattro ragazze bloccate prima di mettersi a fare un selfie con vista treno in corsa. Poi una gang Vigevano. Gli eventi vengono descritti così da Repubblica:
Le forze dell’ordine l’hanno definita la “baby gang delle stazioni ferroviarie”: bulli quindicenni che violentavano e picchiavano coetanei. Quattro sono stati arrestati e sei denunciati dopo le indagini condotte dai carabinieri di Vigevano, in provincia di Pavia, e dal comando provinciale dell’Arma. Secondo quanto è stato ricostruito, la banda di ragazzini avrebbe agito come un branco, prendendo di mira i soggetti più deboli e incapaci di difendersi, scelti tra i compagni di classe o i vicini di casa. I carabinieri, scoperta la vicenda, hanno convinto alcuni genitori a presentare denuncia. Poi sono scattati gli arresti.
Pasantissime le accuse. I reati di cui i ragazzi devono rispondere vanno dal concorso in violenza sessuale alla riduzione in schiavitù, dalla pornografia minorile (per la diffusione delle immagini delle loro ‘imprese’ sui social network) alla violenza privata aggravata mediante lo stato di incapacità procurato alla vittima. Cinque minori, di età compresa tra i 15 e i 16 anni sono stati denunciati a vario titolo per danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. Nel corso delle perquisizioni domiciliari eseguite contestualmente alle misure cautelari, i militari hanno rinvenuto e sequestrato diversi martelletti frangivetro presi dalle carrozze dei treni che si divertivano ad assaltare.
I fatti sono abbastanza atroci da non richiedere ulteriori commenti, ma la domanda iniziale è sufficiente per aprire un dibattito. Esistono due fondamentali posizioni: la prima sostiene un progressivo deterioramento dei costumi sociali, la seconda che semplicemente oggi vediamo quello che ieri avveniva in segreto. Io, però, ne avanzerei una terza ipotesi: secondo me, l’esempio dei coetanei, oggi visibile ovunque, sta ispirando nuove vette. Con cui dovremo convivere. Siamo chiari: oscurare questi fatti non risolverà il problema, quando c’è la tecnologia, il male segue. Il male preesiste, non viene creato dalla tecnologia. Ma seguendo la via si ingrossa, raccoglie detriti, frantuma rocce. Distrugge e ricrea. È una forza di per sé e questa forza oggi sta facendo disastri. Non penso di avere la verità in tasca, ma trovo questo pensiero consolatorio. Vuol dire che c’è una speranza: la prima generazione che invertirà il trend creerà un contro flusso virtuoso. Non saremo noi, non lo è quella dei nostri fratelli minori. Mi auguro sarà quella dei miei figli.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,