Migliaia di rifugiati musulmani si convertono al cristianesimo in Europa (ma molti vengono perseguitati)

Esteri

Milano 14 Marzo – Da quando un’ondata di profughi provenienti da paesi prevalentemente islamici si è riversata in Europa o in Libano, migliaia di musulmani si stanno convertendo al cristianesimo e molte chiese devono far fronte a centinaia di richieste di battesimo. Il tema è estremamente sensibile, sia perché in quasi tutti i paesi arabi il reato di apostasia è punito con l’esecuzione capitale, sia perché c’è il sospetto che la conversione venga usata dai profughi come mezzo per ottenere più facilmente asilo politico. Resta il fatto che il fenomeno è importante e in continua crescita.

LIBANO. Quando nel 2011 è scoppiata la guerra civile in Siria, Abu Radwan è scappato a Beirut insieme alla moglie e i due figli. Nel 2013, ha dichiarato l’uomo al Global Post, Gesù gli è apparso in sogno promettendogli di salvarli. «Da allora ho cominciato ad andare in chiesa e dopo sette mesi mi sono convertito insieme ai miei». Da allora frequenta la chiesa tutte le settimane ma cerca di non farsi riconoscere per paura di essere ucciso. Un giorno, mentre usciva da Messa, un gruppo di siriani l’ha assalito e accoltellato. Abu Radwan ha scampato la morte ma ora ha paura. La moglie continua a portare il velo fuori dalla chiesa e lui vuole andarsene dal Libano: «Non posso tornare in Siria, la mia tribù mi ucciderebbe. Sono stati loro ad attaccarmi, dopo aver saputo che mi sono convertito. Io però sono felice e se morissi davanti alla chiesa, morirei in pace».

«TUTTI HANNO IL DIRITTO DI CONVERTIRSI». Ad averlo accolto e aiutato con un sussidio di 200 dollari al mese è la Chiesa ortodossa siriana. Il vescovo George Saliba ha già battezzato circa 100 musulmani dal 2011: «Tutti qui hanno il diritto di convertirsi e noi apriamo le porte a ciascuno, cercando di verificare che la conversione sia sincera». Un pastore protestante, che preferisce restare anonimo, spiega la Bibbia a decine di rifugiati musulmani: «Insegno il cristianesimo a chiunque lo desideri. Non posso dire il numero di battesimi che facciamo, ma abbiamo decine di corsi come il mio ai quali partecipano tanti rifugiati».

IL FUNERALE DI ALI. Ibrahim Ali viene da Aleppo e si è fatto battezzare nella chiesa anglicana di Dio. A studiare la Bibbia insieme a lui, racconta al Telegraph, «c’erano decine di musulmani siriani e iracheni. Conosco centinaia di musulmani che si sono convertiti». Il pastore Said Deeb riconosce che molti lo avvicinano solo per ottenere un vantaggio per il visto di espatrio: «Io accolgo tutti e anche se all’inizio vogliono solo avere un’occasione in più per andarsene, poi vediamo che Dio col tempo cambia il loro cuore. Inoltre, non costringiamo nessuno a battezzarsi». Chi lo fa, affronta molti problemi: «Le famiglie di tanti musulmani mi chiamano e mi minacciano di morte perché ho contribuito alla “apostasia” dei loro familiari». La famiglia di Ali, ancora ad Aleppo, dopo aver saputo della sua conversione ha organizzato il suo funerale pubblicamente: «Piuttosto che accettarmi come cristiano, preferiscono dire che sono morto», rivela.
Molti musulmani pensano che convertirsi al cristianesimo possa aiutarli a ottenere un visto per l’Occidente, ma i dati dicono che non è vero. Nel 2016, ad esempio, i rifugiati accolti dagli Stati Uniti erano nel 99,5 per cento dei casi di religione musulmana. In Gran Bretagna, le persone accolte appartenevano all’islam nel 98,5 per cento dei casi.

GERMANIA. Un altro paese in cui sono avvenute migliaia di conversioni è la Germania, dove solo nel 2015 sono arrivati più di 900 mila rifugiati. L’anno scorso, un filmato diffuso dalla chiesa evangelica di Berlino Freikirchlichen, mostrava il battesimo di quattro musulmani, i quali prima di essere immersi nell’acqua affermavano: «Credo dal profondo del mio cuore che Gesù Cristo è il mio Dio e salvatore e lo seguirò ogni giorno della mia vita». Il pastore, Matthias Linke, non ci vede nulla di strano: «Vengono dall’Iran, dalla Siria, dall’Iraq e per la prima volta possono scegliere la loro religione liberamente», dichiara all’Afp. «Scelgono il cristianesimo perché è una religione di libertà».

PAURA DELLA PERSECUZIONE. Anche la chiesa cattolica ne accoglie tanti. Felix Goldinger, sacerdote a Speyer, spiega che tanti «hanno passato momenti terribili e hanno trovato nel cristianesimo una religione di amore e rispetto della vita». Sa che alcuni potrebbero volersi convertire solo per ottenere lo status di rifugiati, ma «noi verifichiamo che si convertano davvero. Io vedo che chi viene battezzato torna qui tutte le settimane per la Messa». Diventare cristiano, oltre tutto, è molto difficile per un musulmano. Adel viene dall’Iraq e si è fatto battezzare a gennaio del 2016 a Berlino. Dice che «è stato il giorno più bello della mia vita», ma non lo ha rivelato a nessuno «per paura di essere perseguitato dagli altri rifugiati musulmani», rivela al Berliner Morgenpost.

Leoni Grotti (Tempi)

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