Milano 16 Marzo – Cecità irreversibile, una patologia dell’occhio che provoca danni progressivi al nervo ottico che svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione di informazioni dall’occhio al cervello.
Nel mondo ne soffrono oltre 60 milioni di persone con una stima di crescita piuttosto considerevole nei prossimi anni.
La forma più comune di glaucoma, cronico ad angolo aperto, spesso associata a un aumento della pressione all’interno dell’occhio, può svilupparsi senza alcun sintomo e provocare la perdita permanente della vista (il glaucoma è noto come “il ladro silenzioso della vista”).
I pazienti si accorgono dei difetti del campo visivo o della perdita della vista (che non può essere recuperata) solo tardivamente ma, se diagnosticata in tempo, la patologia può essere controllata e se ne può rallentare la progressione.
Non esistono due pazienti con un identico problema, perché ciascuno vede il mondo in modo leggermente diverso. Oltre all’aumento della pressione oculare (IOP, IntraOcular Pressure) esistono altri fattori di rischio quali l’età (oltre i 60 anni il rischio aumenta), la razza (gli afro-americani hanno probabilità maggiori di soffrirne e, di conseguenza, sono più inclini a perdere la vista in modo permanente), la familiarità e la patologia cardiovascolare.
“Circa un milione di Italiani è affetto da glaucoma, ma molti di loro non sanno di avere questa malattia che può portare alla cecità” spiega Luca Mario Rossetti, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Milano all’Ospedale San Paolo. “Questo accade perché la patologia è asintomatica, quindi la diagnosi è quasi sempre tardiva con una compromissione già importante della vista. Basterebbero 15 minuti per una visita completa che consenta di controllare la pressione dell’occhio e l’aspetto del nervo ottico. Esami semplici e non invasivi da effettuarsi periodicamente, considerato che il paziente affetto da glaucoma ha un’età avanzata, con una percentuale di circa il 1-2% di ultraquarantenni. Anche per questa patologia, la prevenzione è l’arma più efficace: se non può impedire l’insorgere della malattia, una corretta terapia ne può rallentare il fenomeno degenerativo” conclude il professore.
Il trattamento del glaucoma ad angolo aperto inizia spesso con la prescrizione di un collirio per ridurre la IOP; nel caso la riduzione non avvenga in modo adeguato, si può ricorrere alla chirurgia laser o tradizionale o una combinazione di tutti questi metodi.
Da oggi sono disponibili anche in Italia due novità terapeutiche: la prima consiste nell’associazione fissa (brinzolamide/brimonidina tartrato)senza beta-bloccante (BB) che ha dimostrato di migliorare l’aderenza alla terapia1, riducendo la complessità del trattamento e un nuovo collirio a base di travoprost, che, grazie ad una concentrazione inferiore di principio attivo, ha dimostrato di migliorare la tollerabilità2, mantenendo l’efficacia ipotonizzante.
Come illustra Stefano Gandolfi, Professore Ordinario di Malattie dell’apparato visivo, Università degli Studi di Parma “Per il paziente con glaucoma cronico ad angolo aperto si aprono nuovi orizzonti davvero interessanti,” – prosegue Gandolfi. “la combinazione brinzolamide/brimonidina tartrato riduce la pressione interna all’occhio più efficacemente rispetto alla monoterapia, quando quest’ultima non è più sufficiente; inoltre semplifica lo schema terapeutico migliorando la compliance. Questa associazione si distingue in particolare per l’assenza di beta-bloccanti; un vantaggio importante per coloro che hanno problemi respiratori o gravi disturbi del ritmo cardiaco; per questi pazienti è un notevole passo avanti nella gestione della malattia.”
Anche per i pazienti con glaucoma controllato da una monoterapia si aprono nuove prospettive grazie all’impiego di travoprost, farmaco già noto per l’efficacia e per il suo profilo di tollerabilità, riformulato in un collirio a concentrazione inferiore.
“Travoprost, con una comprovata efficacia nel paziente con glaucoma ad angolo aperto, è disponibile in una nuova formulazione che ha ridotto del 25% la quantità del principio attivo. Mantiene dunque la stessa efficacia migliorando potenzialmente – nel lungo periodo – la tollerabilità. Conclude Gandolfi, E’ sempre opportuno ribadire che, anche per il glaucoma, importante è riuscire a fare una diagnosi precoce perché, se ancora non siamo in grado di prevenirlo, fondamentale è limitare i danni che procura”.
Per diagnosticare il glaucoma è necessario sottoporsi periodicamente ad un’accurata visita oculista; ma, come rileva un recente sondaggio internazionale condotto da Novartis5, sebbene l’85% degli intervistati tema di perdere la vista e l’87% riconosca l’importanza delle visite oculistiche periodiche, solamente il 33% riferisce di sottoporsi agli screening annuali.
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