Milano 17 marzo – Si parla tanto di tradizioni, di cultura rurale, di memoria tramandata, ma quando è presente la testimonianza del nostro passato, le intenzioni di rispetto e di recupero diventano parole vuote. In una Milano tesa a realizzare – ma solo verbalmente – opere titaniche e avveniristiche, il ricordo di ciò che eravamo non conta, ma forse domani o dopodomani il ricordo sarà rimpianto. Scrive Urbanfile “Di Molino Dorino tutti conoscono il nome, tutti l’associano alla fermata della metropolitana, ma pochissimi conoscono l’edificio da cui questa prende l’appellativo: la cascina con il vecchio mulino che si trova a cento metri in linea d’aria dall’uscita della stazione del metrò.
Urbanfile ne aveva già scritto tempo fa per descrivere dettagliatamente la storia dell’edificio, ma torniamo a parlarne perché in futuro la cascina ed il suo mulino potrebbero venire abbattute per fare spazio all’ampliamento dell’adiacente deposito della Linea 1. Infatti i terreni su cui insiste dovranno essere espropriati proprio a tal fine.
Siamo andati a visitare questo complesso sconosciuto per prendere visione del luogo. L’accesso, nascosto da parte del deposito Atm, è un vialetto sterrato che si addentra tra una vegetazione incolta e non curata. Il corpo principale dove è alloggiato il mulino, e che era l’abitazione del mugnaio, per quanto sia stato rimaneggiato nel tempo, conserva ancora il suo impianto originario. Una targa storica sulla parete esterna ne riporta l’antica funzione e appartenenza a quello che una volta era il Comune di Trenno. Altri edifici (il più recente degli inizi del secolo scorso) anticamente adibiti a fienili, abitazione e funzioni varie della cascina, si dispongono a creare l’aia interna. Il terreno di pertinenza è di circa un ettaro e per lo più è occupato da orti.
All’interno del mulino sono in buono stato di conservazione le macine, gli ingranaggi e gli attrezzi che servivano all’attività e che risalgono anche all’800. Sicuramente una testimonianza non solo storica, ma anche tecnica, che sarebbe un peccato andasse perduta.
Nonostante l’età di macine e attrezzatura, il mulino ha funzionato fino agli anni ’60 utilizzando l’acqua del fontanile Cagnola che, a seguito dell’apertura della raffineria Condor (area attualmente occupata dalla Fiera) venne

prosciugata; dopo di quella data continuò a funzionare fino agli anni ’80 utilizzando l’elettricità come forza motrice.
Attualmente, se non nella funzione di mulino, per lo meno gli spazi e il luogo possono venire recuperati e valorizzati. Sarebbe un vero peccato se andassero perduti per far posto a un deposito; che è sicuramente utile, ma che forse poteva essere pensato diversamente e con più attenzione al luogo, utilizzando per l’espansione gli spazi a sud dell’attuale area di rimessaggio.
Ad ogni modo, se si confermasse il progetto così com’è ora, Molino Dorino andrebbe perduto.
Urbanfile propone il reportage fotografico del vecchio mulino.
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