Milano 231 Marzo – Non è un momento brillante per la comunicazione del PD. Almeno a Milano. Sembra che si stiano mettendo d’impegno per fratturare una città già profondamente divisa, come ai tempi di Pisapia. Ieri ci si è messo Sala che ha assicurato ai Milanesi che LE MOSCHEE non troveranno ostacoli da parte sua. Che c’è la volontà di costruire LE MOSCHEE. E che se LE MOSCHEE non si sono costruite ancora è colpa della Regione. Sono certo che i più attenti tra voi avranno già intuito cosa non vada. Se qualcuno di voi ha avuto la bontà di seguirmi, saprà che lo avevo già scritto. Il tema DELLA MOSCHEA era mal posto dall’inizio. Mal posto, ovviamente, sta per “dolosamente omesso”. Il mondo Islamico non è poi tanto meno frammentato di quello Cristiano. Fede a parte, perché la maggior parte sono Sunniti, c’è un grosso problema di etnia, perché le prediche non si fanno in arabo. Inoltre la maggior parte dei fedeli sono Sunniti, che corrispondono, più o meno, ai nostri Protestanti. Quindi non hanno un’autorità centrale con cui dialogare, o che fornisca un canone valido per tutti. In ogni caso di una sola moschea Milano non sa che farsene. Che poi la Legge Regionale sui luoghi di culto non mi piaccia non è un segreto. Mi pare che finora abbia colpito più Cristiani che altri. Però, comunicativamente, porsi come fa il Sindaco con la città è assurdo: esacerba solo gli animi e crea ulteriori divisioni. Se si parlasse meno e si agisse di più le cose andrebbero più rapidamente. Il problema è che è lo stesso sindaco a non morire dalla voglia di accelerare i tempi. Dopo aver fatto tutte le verifiche del caso, le varianti urbanistiche dovranno passare in Consiglio Comunale. E prima, per quanto non vi siano obblighi legali, ne parleranno i Municipi. Si formeranno comitati. Sarà una battaglia lunga ed estenuante, in cui Sala rischia grosso. Non per le azioni della minoranza, ma per i gesti inconsulti della sua maggioranza, quanto meno delle fasce più estreme, che potrebbero rendere questa vicenda un festival Arancione fuori tempo massimo. Sala, che di difetti ne ha molti, ha il grande pregio del pragmatismo, almeno talvolta. E sa, sa perfettamente, che le baracconate, tipo la Marcia per festeggiare l’arrivo dei presunti profughi, portano solo rogne. Per cui il sospetto che stia allungando il brodo è concreto.
Se poi ci aggiungiamo l’uscita geniale della foto con la nuova famiglia, cui è stata consegnata una delle dodici nuove case popolari, sommersa da commenti pungenti su Instagram al coro di “prima gli Italiani”, non si può non concordare che ci siano degli evidenti problemi di tattica. Sala non è un provocatore. E deve sempre muoversi con attenzione tra una Rozza che invoca il manganello in nome della legalità, ed un Majorino che in scarpe da tennis marcia per avere più richiedenti asilo. Insomma Beppe pare affaticato da un mestiere che non gli appartiene. A quando la prossima missione internazionale per salvare il mondo?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,