Milano 26 Marzo – Passato il successore di Pietro, si ricomincia. E la routine, nelle case popolari, è l’enorme problema. Non fa notizia, consente ogni genere di abusivi ed uccide la Milano popolare. Il Papa è andato a trovare una famiglia Mussulmana. Tutto molto bello. Ma ormai nelle altre famiglie, quelle Italiane, magari anche cattoliche, il sentimento che si sta diffondendo è quello di una lenta sostituzione etnica. Sono discorsi nuovi, ancora sussurrati. Ma per ogni morto che si conosceva, per ogni trasferimento di amici e per ogni vuoto, ci si deve preparare all’arrivo di una famiglia dall’altra parte del mondo. Il che non è, di per sé un problema. Fino a quando, magari la sera, non accogli tuo figlio con i nipoti. Loro ti vengono a trovare perché gli fa piacere, naturalmente, ma anche perché alla fine del mese i conti non tornano. Magari tua figlia ha perso il lavoro. Magari l’attività di tuo figlio ha perso un cliente fidato, fallito, e questo lo sta trascinando a fondo. Magari sono precari entrambi in famiglia. Magari non hanno famiglia, perché sono precari. E tu sai, sai nel profondo che l’unica certezza della tua vita, la casa, quando te ne sarai andato verrà assegnato a qualcuno venuto da fuori e tuo figlio, tua figlia, i tuoi nipoti non avranno accesso alle graduatorie. È egoismo? È razzismo? Dovrebbero abbracciare di più i confini? Non lo so, io non credo nelle case popolari, sono un liberista. Di certo, posto che esistono e ce le terremo dopo che il Papa se n’è andato il problema è rimasto. E per quante case nuove si possano donare, per quanta edilizia si possa fare, il problema non si sposta di un millimetro. Ce lo fa detto il Signore: i poveri saranno sempre con voi. Alle migliaia in lista non sarà mai data una casa. Il problema è chi deve essere in cima, un problema che l’ISEE non sta risolvendo, perché è un indice pensato per le situazioni estreme e per gli immigrati. Il primo punto è voluto e meritorio, il secondo è frutto di un piccolo, ma persistente equivoco. In teoria, ogni famiglia di stranieri dovrebbe portare una certificazione consolare che, nel loro paese di origine, non possiedano una casa od un immobile. In pratica nessuno, a parte il meritorio sindaco di Cascina, Susanna Ceccardi, lo chiede. Questo sfasa tutto, perché chiunque arrivi potrebbe avere una casa altrove, ma noi non lo sapremmo. Inoltre consente di investire i risparmi in operazioni estere, facendoli sparire dall’ISEE e riapparire altrove.
Inoltre, oltre all’ingiustizia dell’assegnazione, ci sono i problemi della morosità. Esistono casi di impignorabilità di fatto che però coinvolgono soprattutto stranieri, per ovvie ragioni: gli Italiani è, statisticamente, molto più probabile che abbiano altre destinazioni dove andare. Lo straniero può dire di essere solo al mondo, senza che la verifica sia possibile o realizzabile. Insomma, esistono delle asimmetrie che stanno preoccupando sempre più inquilini a cui la soluzione Papale, più case, non risponde. E che, però, meriterebbero un minimo di attenzione in più…

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,