Milano 27 Marzo – L’obiettivo è quello di far riscoprire alla città una parte della sua storia. Che oggi è semi-nascosta, incastonata tra il traffico di via Sforza e il nuovo cantiere della M4. Ma è testimonianza, vissuta, del passato di Milano. Eccola, l’idea del Policlinico, ospedale-proprietario con alle spalle cinque e più secoli di storia: realizzare un museo dedicato alla città e alla sua storia, aprendo la cripta dove sono stati ritrovati i resti di 500mila morti della Grande peste. E poi i due archivi, quello d’inverno (coperto) e quello d’estate (nel chiostro), dove sono conservati documenti che risalgono al Cinquecento, “anche con iniziative particolari, come aperitivi in costume e animazioni multimediali”, spiega il presidente del Policlinico, Marco Giachetti.
Ricapitoliamo. Nei mesi scorsi via Sforza ha iniziato a lavorare al progetto di realizzare un enorme museo storico, per mettere in mostra il suo patrimonio (che conta non solo case e terreni, ma anche documenti, volumi, quadri e reperti medici) trasformando il palazzo dove ci sono gli uffici amministrativi del Policlinico – affacciato su via Sforza, di fronte all’entrata dell’ospedale – in un grande polo museale. Un progetto imponente. E costoso: in base a uno studio di fattibilità fatto dal Politecnico, per ristrutturare il complesso – che in alcune parti ha problemi di staticità causati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale – e poi creare bagni per i visitatori, rampe e uscite per i disabili, servono undici milioni. Troppo, considerando che la mission principale di via Sforza è sanitaria. E che quindi i fondi dell’ospedale devono essere usati, in primis, per la cura dei malati.
Di qui, la ricerca di alternative per valorizzare comunque il patrimonio dell’ospedale. Che fa parte dei luoghi del cuore del Fai (ieri c’è stata un’apertura straordinaria) ed è cospicuo: in via Sforza sono conservati documenti come l’atto di fondazione del Policlinico firmato, alla fine del XV secolo, da Francesco Sforza in persona, o un papiro egizio che risale alla XIX dinastia (tra il 1.305 e il 1.200 a.C.). E poi il registro di tutti i ricoveri dal 1899, testamenti e documenti che ricordano i lasciti che i benefattori hanno fatto all’ospedale dalla sua fondazione. Nonché tre chilometri di volumi che fanno sì che l’ospedale abbia la principale biblioteca medica d’Europa. Appena aperta, grazie a una donazione del vecchio presidente Giancarlo Cesana. Ma ancora poco conosciuta dai milanesi.
L’idea, allora, è quella di aprire, per il momento, un mini-percorso. Come? “Vogliamo dare in gestione la cripta dell’Annunciata, che è il vecchio cimitero dell’ospedale, a un operatore turistico. Perché la tenga aperta e vi realizzi un museo anatomico, con i reparti ossei conservati dall’ospedale, in stile “Real Bodies” – dice Giachetti -. Con il ricavato dei biglietti, apriremo poi i due archivi, realizzando un percorso comune e continuo”.
Il piano, secondo le prime stime, dovrebbe costare intorno ai 100mila euro: una cifra nettamente più bassa rispetto a quella necessaria per trasformare tutto il palazzo degli uffici in un polo museale. “Abbiamo fatto delle verifiche con i vigili del fuoco: piccoli gruppi, di massimo dodici persone, possono essere ammessi”.
L’ospedale a gennaio ha pubblicato una manifestazione d’interesse, indirizzata a società esperte nella valorizzazione dei beni culturali. L’avviso si è chiuso nei giorni scorsi: tre gli operatori che si sono candidati. “Vorremmo importi differenziati per i biglietti a seconda delle ore della giornata”, aggiunge Giachetti. Con prezzi più bassi al mattino, indirizzati alle scolaresche. E poi più alti nel pomeriggio per i turisti, e intorno ai 20 euro la sera, “visto che per l’apertura dalle 19 in poi stiamo pensando anche ad aperitivi e cene con attori in costume e cibi preparati secondo gli usi dell’epoca. L’entrata sarà sempre gratis, invece, per i dipendenti dell’ospedale”
Alessandra Corica (Repubblica)
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