Milano 28 Marzo – Che succede in ATM? Sala nomina il nuovo Consiglio di Amministrazione ma il Presidente uscente Bruno Rota non si dimette.
Le polemiche nate sul caso M5 e le forti spinte di un pezzo del PD hanno portato il Sindaco Beppe Sala a far dimettere 3 componenti del vecchio CDA per ottenere la decadenza del Consiglio uscente. A quel punto Sala ha scelto Luca Bianchi come Presidente e Elisabetta Pistis, Clara De Braud, Fabrizio Barbieri e Oliviero Baccelli come Consiglieri.
Avrebbero dovuto essere nominati ieri dall’Assemblea che peroònon si è tenuta perché mancavano i revisori dei conti, evidentemente solidali con Rota. E quindi tutto slitta di qualche settimana, mantenendo l’azienda in un pericoloso limbo.
Stamattina Rota detta al Corriere i suoi vendicativi messaggi : ” Non mi fido del Sindaco, sono stato fatto fuori dall’Assessore Tasca che ha trattato la vicenda M5 con le Ferrovie dello Stato”. Poi Rota lancia parole pesanti contro Tasca “uno che ha ancora una società che fa consulenze a banche e finanza” e rivendica i suoi grandi risultati.
Allora va fatta chiarezza su questi risultati. I 6 anni di gestione Rota hanno visto ATM chiudere i bilanci in attivo, naturalmente con una bella iniezione annuale di contributi regionali e comunali, più i soldi versati dagli utenti che hanno subito un aumento di biglietti e abbonamenti.
Sotto il profilo gestionale Rota aveva ricevuto dalla gestione Catania, sotto il Sindaco Moratti, una Atm protesa verso nuovi contratti in altre zone d’Italia e con molti investimenti fatti su treni e autobus.
La sua gestione è stata caratterizzata da una buona immagine e una relativa pace sindacale (strano, quando governa la sinistra accade sempre cosi!). Ma sono stati fatti pochi investimenti: l’età media dei bus oggi è sopra i 10 anni, Milano non ha bus elettrici, un vero disastro è stato compiuto nella gestione dei mezzanini, il servizio della metropolitana ha registrato molti disservizi prima e oggi molti tagli alle corse. Questi ultimi però ad onore del vero non sono stati decisi da ATM ma dalla Giunta Sala su imput dell’Assessore al Bilancio. E poi Rota si è comportato da autentico padre padrone: Presidente e Direttore Generale, ha fatto fuori buona parte dei vecchi dirigenti della società senza nemmeno preparare una nuova linea di comando. Se avesse avuto per il servizio la stessa ossessione che aveva per l’immagine, i passeggeri di ATM avrebbero veramente viaggiato tutti in businness class.
Sulla vicenda delle azioni di M5, che ATM avrebbe voluto comprare e che Sala gli ha impedito di fare, il roccioso manager aveva però ragione. Lasciare il campo aperto alle FS, guidate dagli sprovveduti manager renziani, nel campo del trasporto pubblico locale, è una follia. Il prezzo di questa scelta fatta per interessi del PD lo pagheranno i dipendenti e gli utenti di ATM.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.