Milano 30 Marzo – Aveva truffato per centinaia di migliaia di euro decine di correntisti degli istituti di credito del Nord Italia, utilizzando documenti falsi. Ma, subito dopo la pesante condanna a 16 anni a Milano, era fuggito in Colombia per poi rifugiarsi in Campania, sua terra d’origine. Ed è proprio a Caserta, a casa della madre (non intestata a lei), che i carabinieri di Milano hanno arrestato il 34enne Gianluca Maio. L’abitazione è stata setacciata da cima a fondo dai militari, fino a quando un carabiniere ha chiesto alla sorella del latitante, presente alla perquisizione, di alzarsi dal divano: l’uomo si nascondeva nel cassone interno della chaise longue. Finito in manette, il 34enne si trova ora nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. A incastrare Gianluca Maio è stata la sua passione per la focaccia con la scarola. Ad aprile 2016, dopo la notizia di condanna a 16 anni e 21 giorni, era fuggito in Colombia, a Cartagena. Da lì, tramite Facebook, si proponeva come intermediario per l’affitto di appartamenti di lusso ai villeggianti. A dicembre dello stesso anno, non riuscendo a ottenere i documenti per stabilirsi in Sud America, aveva lasciato la Colombia con un volo diretto a Barcellona e dalla Spagna aveva raggiunto l’Italia, non si sa se in macchina, con l’aiuto di un complice, o in nave fino al porto di Napoli. Qui si era nascosto a casa della madre a Parete, in provincia di Caserta, dove i parenti, spiegano i carabinieri, lo avevano protetto accontentandolo in tutto, anche nelle richieste culinarie. Quasi ogni giorno i familiari, intercettati, si mettevano d’accordo per comprare la focaccia ripiena di scarola tanto amata dal latitante: “Sei passato in panetteria? Prendi la focaccia per Luca”. Questa informazione, ripetutamente registrata dagli investigatori, ha permesso alla sezione Catturandi dei carabinieri di Milano di individuare il nascondiglio di Maio che, giovedì, è stato arrestato. Stando all’accusa, il 34enne creava ad hoc matrici di assegni intestate a correntisti grazie a persone compiacenti che gli davano i nomi dei clienti di vari istituti di credito. Con documenti falsi si presentava in banca e chiedeva denaro: 500, 600 o anche mille euro per volta. I raggiri sono stati commessi soprattutto in provincia di Cremona e Brescia, ma anche Verona, Milano, Genova, Bergamo, Parma e Torino. (Repubblica)
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