Milano 16 Aprile – Questa è una storia bellissima, a tratti commovente, che porta a riconciliarsi col mondo. Ne parla Repubblica, e riguarda il fantasmagorico questionario proposto ai Milanesi su cosa vorrebbero nel proprio quartiere:
Il questionario, che si compila in forma anonima, prevede sia la risposta a domande predefinite che lo spazio a proposte vere e proprie. Possono rispondere sia singoli cittadini che associazioni sul territorio: 43 quesiti che vanno da “Di quali servizi avrebbe bisogno il quartiere in cui vivi?” a “Vuoi proporre interventi specifici per migliorarne la vivibilità?” o, ancora, “Quali sono le regole urbanistiche più importanti per il buon funzionamento della città?”. Consumo di suolo, politiche per il lavoro, risparmio energetico, luoghi dismessi: sono tanti gli argomenti sui quali ci si può esercitare, mettendo per iscritto le proprie idee e sperando – ma su questo non c’è ovviamente certezza – che vengano poi recepite. Ci sono risposte chiuse, con un punteggio da assegnare, e altre in cui si possono scrivere le proprie osservazioni e i suggerimenti specifici.
L’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini spiega quale sarà il percorso: “Il questionario, insieme alle osservazioni depositate a marzo e alle rilevazioni demoscopiche in corso, ci permetterà di avere un punto di partenza molto dettagliato sullo stato dei nostri quartieri e le aspettative per il futuro. Passeremo poi agli incontri sul territorio con i quali approfondiremo i dati raccolti in questa prima fase”. “La grande partecipazione – puntualizza l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran – dimostra l’interesse dei milanesi per lo sviluppo della città. Le indicazioni ci aiuteranno nella revisione del Pgt, che come priorità avrà la riduzione del consumo di suolo e il recupero degli edifici abbandonati”.
È tutto così stupendo, ma anche le cose migliori hanno una falla. Per esempio, manca la domanda “Con che soldi, viste le rapine in danno dei comuni effettuate dallo Stato negli ultimi 7 anni di governo di centrosinistra, vorreste effettuare questi lavori?”. O anche, con un tono decisamente più liberale “quanto metteresti di tuo per la tua bellissima, impareggiabile, meravigliosa idea?”. No, perché sono tutti Renzo Piano con i soldi degli altri. E soprattutto, io spero, ma non ho cuore di controllare, che ci sia un asterisco che chiarisca, a scanso di ogni equivoco, che i soldi non ci sono, non ci sono mai stati e le probabilità che vengano trovati equivale a quella di trovare vita senziente su Marte o a Palazzo Marino.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,