Milano 18 Aprile – Spudoratamente, con la solita faccia tosta, in barba alle leggi, il collettivo del Centro sociale Macao, fiutando la possibilità di uno sgombero, raccoglie 1200 firme per l’acquisto della palazzina occupata abusivamente. Naturalmente confida in un prezzo “politico” che dovrebbe essere concordato senza gara con una amministrazione “amica” per una legittimazione di un diritto di pubblica utilità che solo una protervia e un estremo senso di supponenza possono giustificare. Scrive Chiara Campo su Il Giornale “Il collettivo avrebbe deciso di mettersi in regola, ovviamente a modo suo. Dopo cinque anni di occupazione abusiva, passati a organizzare feste, affittare le sale come location per le sfilate e la settimana del design, tutto rigorosamente esentasse, il centro sociale un mesetto fa ha annusato l’aria (di sgombero) e lanciato quella che definisce una «proposta scandalosa». Sogemi vuole liberare l’area e metterla sul mercato. Macao è pronta a comprare, ma senza gara e «a prezzo politico». E ha chiesto al Comune, proprietario al 99% dei mercati generali, «una mossa di coraggio». “ Il Comune per ora tace, ma tutti ricordano come “a Palazzo Marino in questi anni ha sempre trovato una sponda. Durante il mandato di Giuliano Pisapia nessuno è andato a disturbare le attività – e il business – del collettivo. Un Leoncavallo bis. Il silenzio tenuto dalla nuova giunta Sala dopo quella proposta di acquisto sta mettendo in agitazione i militanti di Macao. In una dettagliata cronistoria degli eventi ricordano infatti che nel 2014 il Comune aveva aperto un tavolo partecipato, per arrivare a depositare in consiglio comunale una delibera di iniziativa popolare che «conferisce la gestione degli spazi abbandonati a comunità che si organizzano dal basso». Nel frattempo «lo scenario politico cambia, nell’agosto 2017 il neoeletto sindaco Beppe Sala nomina Cesare Ferrero (ex country manager e ad di BnpParibas Real Estate Italia) nuovo direttore di Sogemi, e lo scorso autunno fa intendere che vuol disporre degli immobili e vederli. Sala sollecitato da Radio Popolare afferma che è aperto il dialogo, riconosce a Macao un interlocutore importante. Ma la vendita deve passare da gara pubblica». L’affermazione crea sbigottimento e timore nel collettivo che decide di passare all’attacco con un fermo proposito di dare battaglia, per non essere presi in contropiede. Il collettivo, infatti “ha lanciato una raccolta di firme e contributi, sta costruendo questo «soggetto associativo collettivo che sarà lo strumento giuridico per acquistare la palazzina» e organizzano per il 24 aprile un incontro pubblico all’Arco della Pace alle 18 per «lanciare la carica».
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