Milano 20 Aprile – Questa è una storia strappalacrime. O, come avrebbe detto Maccio Capatonda, è una strappa storia lacrime. In periferia, a Milano, c’è una scuola con il 70% di Italiani. Ce la descrivono così sul giornale, sotto un video da Toronto Film Festival:
Storie di insegnanti che lottano tutti i giorni per fare il loro lavoro. In zone periferiche e abbandonate. Con studenti “difficili”. Che devono scontrarsi con alunni e genitori. Che vengono aggrediti e sono vittime di bullismo. Ma che vanno avanti comunque, con passione, nonostante tutto. E che, qualche ragazzo, a volte, riescono a salvarlo.
A Milano c’è una scuola in cui 7 ragazzini su 10 sono immigrati. È l’istituto comprensivo Scialoia: materna, elementari e medie. È frequentato da stranieri di prima e seconda generazione. Sono soprattutto cinesi, arabi, sudamericani. Fare lezione diventa diffcile quando bisogna affrontare i primi mesi con i cosiddetti NAI (neo arrivati in Italia). Che spesso si ricongiungono nel nostro paese ai loro familiari, che però non vedono da anni. Non parlano una sola parola di italiano e si sentono completamente disorientati. Ma anche di fronte a questo disagio gli insegnanti non si perdono d’animo. “Entriamo la mattina alla otto e la sera siamo noi a chiudere i cancelli della scuola”, raccontano. E i risultati ci sono. Tanto che molti alunni riescono a superare la scuola dell’obbligo.
E vi pare poco? Addirittura in molti arrivano alla fine del percorso scolastico. Miracolo. Già da questo breve testo secondo me anche voi noterete che manca qualcosa. Un piccolo dettaglio. Ed i bambini Italiani? Cioè, sì, a parte rovinare la meravigliosa multietnicità con la loro noiosa patina di Italianità, voglio dire, i bambini Italiani dove sono? Ho guardato il video. L’ho anche riguardato, ma non tutto, il mio dottore me l’ha sconsigliato per via del diabete, visto che gronda miele da ogni parola. Niente, dei bambini Italiani non interessa nulla a nessuno. Strano. No, dico, strano. Perché nelle classi dove gli stranieri sono il 30%, ci preoccupiamo, giustamente, della minoranza. Così uno pensa, finalmente siamo in minoranza, a qualcuno fregherà qualcosa dei nostri bambini, no? No. Niente. Non gliene importa niente a nessuno. Eppure hanno risultati così precisi sugli stranieri. Chissà quanti Italiani si laureano in medicina dopo questa spettacolare ed arricchente avventura. Chissà quanti Ingegneri, chissà quanti Avvocati. Immagino a piene mani. Ma allora perché non ne parlate? Non è che, magari, in questa festa della diversità, qualcuno, alla fine paga il conto? Magari no eh, magari sono sospetti ingiustificati, ma allora perché non dissiparli subito? Io credo che, semplicemente, non importi nulla a nessuno dei bambini Italiani. Semplicemente, non fanno notizia. Quindi perché non tacerne direttamente. Essì che stanno diventando una rarità. Che a breve spariranno. Perché non dedicargli spazio? Forse perché, per qualche illuminata mente di sinistra, hanno la colpa di non farlo abbastanza in fretta.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,