Milano 21 Aprile – Se sei orgoglioso di essere Terrone (espressione dei Centri Sociali, non mia) puoi felicemente fare quello che ti pare, ottenere spazi e concessioni, e se qualcuno fa notare come questo sia inopportuno, minacciare di invadere un paese e tenerlo ostaggio per farti ridare quello che avevi chiesto. Se sei Veneto e vuoi festeggiare il tuo Santo Patrono davanti alla principale chiesa dedicatagli finisci in galera. Questa, in sintesi, la cronaca politica di questi giorni.
Dal sud al nord in treno per l’Orgoglio Terrone, i centri sociali risponderanno al viaggio contrario di Salvini. Sull’assurdità di questa manifestazione avevamo già parlato. L’assurdità, ovviamente, non consiste nel manifestare, ma nel modo in cui questa gente storicamente lo fa. Con esplosioni di violenza ingiustificata, danni e vandalismi vari. Tanto, come sempre, nessuno paga. Siccome, poi, si voleva fare un concertone, Ferrovie dello Stato aveva saggiamente deciso che forse non era precisamente il caso di associarsi a queste persone. In tutti i Paesi civili sarebbe successo. Quando l’ha comunicato agli ipercinetici ragazzotti questi, perfettamente in linea ed in coerenza con la loro storia, hanno deciso che si sarebbero stanziati a suonare nel paese. Di tremila anime. Con vie strette. Cioè, avrebbero rifatto Genova. Ovviamente e sempre lamentandosi poi delle conseguenze, quando la polizia, inevitabilmente, riporta l’ordine nell’unico modo reso possibile da questa gente. Che poi io davvero non capisco, faccio politica da tredici anni, ho sempre militato attivamente. Non ho mai e dico mai, avuto mezzo problema con le forze dell’ordine. Mai. Abbiamo avuto anche noi i nostri dinieghi per motivi insondabili. Ma non è mai seguita alcuna minaccia di rappresaglia. Ne abbiamo solo preso atto e siamo andati avanti con la nostra vita. Politica, in questo caso. Però, sapete, noi non usavamo saccheggiare le città, quindi magari era per quello. Chissà. In ogni caso, ai centri sociali hanno restituito il terreno per il loro preziosissimo concerto. Sia mai che a questi bambini viziati siano negate le caramelle.
Se invece sei Veneto e vuoi andare con il Gonfalone di San Marco davanti, poniamo, alla Basilica di San Marco, ecco allora sei nei guai. Sì, perché il Prefetto, pur prendendo atto che, in effetti, da qualche millennio il 25 Aprile si festeggi quel particolare Santo e che sì, in effetti, da qualche secolo quel particolare Santo sia il Patrono di Venezia, beh ragazzi, è il 25 Aprile. Ed il 25 Aprile a San Marco, si festeggia la Liberazione. Punto. Se vuoi festeggiare la liberazione con il gonfalone, non puoi. Se sogni una liberazione in cui l’unica bandiera sia il gonfalone, sei un criminale. Per cui, gentilmente, popolo Veneto, la tua piazza la prende lo Stato Centrale, le tue bandiere le vieta e tu puoi comodamente stare a casa a fare i conti di quanti soldi devi versare di tasse perché De Magistris continui a finanziare, direttamente o indirettamente, l’orgoglio terrone. Ah, e non dimenticare di festeggiare, mi raccomando. Ma senza la tua bandiera, sia chiaro. Perché, in fondo, un po’ te lo meriti. Se i Centri Sociali avranno il loro concerto e tu non avrai la tua bandiera la colpa non è loro. È tua.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,