Se la cultura e l’arte diventano un viaggio di emozioni.

Cultura e spettacolo

Milano 21 Aprile – L’importante è saper viaggiare nelle proprie emozioni e dare colore e forma ai sentimenti, ai unnamedgesti, ai sogni. Non importa la tecnica, il fraseggio pittorico, l’improvvisazione o lo studio dei grandi Maestri. Nella “Collettiva di pittura a tema libero” i pittori  che espongono in una chiesa a Fidenza, non sono in maggioranza, artisti riconosciuti e noti, ma sanno trasmettere il proprio immaginario poetico ed è questo, soprattutto, il valore della propria opera. E la sacralità del luogo regala il silenzio dell’osservazione in chi guarda e ritrova atmosfere e significati conosciuti o proiettati nell’illusione di un sogno. Un’esperienza soprattutto umana è visitare la mostra. Per quell’entusiasmo velato dal pudore che anima gli autori. Lontanissima la presunzione, ma presente il desiderio di dialogare, di trasferire il proprio mondo. Quasi che la Bellezza della propria anima potesse dare Bellezza attraverso il segno. Per quell’esplosione di colore che, a volte, attraversa paesaggi sconfinati di giallo e di rosso, quasi un invito all’ottimismo. Per l’ingenuità di chi, ricordando Brueghel, ripropone un naif incantato, quasi che lo sguardo dell’infanzia non debba finire mai. Per la diligenza con maestria con cui vengono proposti animali cari alla propria sfera affettiva. Per quel vedere fiori giganti imporsi nella tela con un cromatismo trionfante di luce e di Bocchiacolpi materici e sapienti di spatola. Per quell’immaginare savane e leoni in una composizione suggestiva.

Poi, piccoli gioielli di sensibilità umana e pittorica meritano un’annotazione: “Essere clown” e la sua beffarda malinconia, giocata con un tratteggio incisivo e poetico (Maria Itala Bocchia); “ Il pozzo nel deserto”, un acquarello di garbata fattura, dove la tecnica è sicura e convincente nel rendere l’atmosfera, lo spazio, gli elementi (Mara Cavazzini) e il  Cristo morto del Mantegna riproposto con amore ed efficacia nella forza e nella capacità di restituire l’illusione prospettica. Della stessa pittrice (Vanna Baronio) “Sissi” il cane di famiglia, un pastello delicato e sapiente nei tratti.

Un discorso a parte merita Previtali, un disegnatore che trasferisce nelle sue opere un immaginario di foreste dantesche lasciando a chi guarda il previtalisogno dell’interpretazione e della vita al di là degli alberi intrecciati, nel silenzio dell’inquadratura del disegno incorniciato in modo originale, nel bianco di uno spazio che prefigura l’infinito.

La mostra, promossa dall’associazione culturale  “Famiglia Fidentina”, rappresenta il riconoscimento di una pittura sottaciuta e diffusa, ma presente e viva nella società. Potremmo dire una pittura spontanea di vita e di emozioni. Un esempio che la periferia di Milano potrebbe adottare come occasione di cultura e di socializzazione.

Per dovere di citazione, gli artisti presenti sono: Previtali, Pettorazzi, Della Valle, Dallari, Bosi, Belisardi, Ferri, Cavazzini, Tagliavini, Patroni, Baronio, Bocchia, Cornini, Testa, Marcotti, Rotelli, Medina Pardo, Grimaldi, Tosi, Gatti, Zaccarini, Maray.

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