Ultima tappa della trilogia “Paradiso” in programma il 4 maggio
Milano 1 Maggio – “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” tutti conosciamo i versi iniziali dell’opera di Dante Alighieri, declamata da Riccardo Moratti il 6 aprile scorso al Cinema Teatro Cristallo di Cesano Boscone (Milano).
Dante Alighieri con la sua trilogia ci invita a guardarci dentro. Questo è ciò che pensa Riccardo Moratti, autore, attore e ideatore del “Progetto lettere vive”, che incanta con il suo monologo la platea. Moratti presenta la “Divina Commedia” come un’opera non solo comprensibile e alla portata di tutti, ma soprattutto rende la sua trama attuale, malgrado sia stata scritta circa sette secoli fa.
Le letture di tutta la Divina Commedia si presentano nella forma di monologo, con il supporto di proiezioni, luci e musiche di sottofondo per creare empatia con lo spettatore.
Canto I
Dante si trova in un momento della sua vita nel quale ha smarrito ogni certezza: deve abbandonare la sua amata patria per salvarsi la vita; lasciare la sua famiglia che non saprebbe come mantenere e anche il suo grande amore, Beatrice, è venuto a mancare da poco. Dante quindi ha perso ogni certezza. Come molti di noi oggi, Dante si trova a confrontarsi con un presente incerto e un futuro nebuloso. Prima di ritrovare sé stesso lo attende un lungo cammino per raggiungere la sommità del colle e la luce. Il suo cammino comincerà nell’Inferno e avrà come compagno di viaggio che ora lo sosterrà ora lo difenderà o lo istruirà sul da farsi il grande poeta Virgilio.
Ma quali sono i primi ostacoli che Dante incontra nella selva oscura? Sono tre “fiere” che simboleggino altrettanti vizi: la lonza, ovvero una lince maculata, sinonimo di lussuria, il leone, sinonimo di superbia e la lupa sinonimo di cupidigia.
Dante è l’immagine dell’uomo che ha smarrito il senso della propria esistenza, che tenta affannosamente di risollevarsi, ma non vi riesce a causa dei limiti che si porta dentro, gli istinti che lo portano a perdersi nella ricerca di piacere, potere, avere.
Per ritrovare sé stesso, e raggiungere la cima del colle, Dante deve prima superare i suoi peccati mortali.
Inferno- Canto V – Paolo e Francesca
Nel suo percorso dell’Inferno Dante incontrerà altri personaggi che gli mostreranno come alcuni sentimenti sono delle vere e proprie trappole: nel Canto V Dante incontrerà l’amore nella sua espressione più passionale e pericolosa; quello di Paolo e Francesca. “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”, è il verso con il quale Dante descrive questo sublime sentimento. L’amore, unica via verso la felicità e verso Dio, può anche tramutarsi in una trappola che imprigiona l’animo. I due amanti, moglie e fratello di Gianciotto, talmente presi dal loro amore non si sono accorti che avevano passato ogni misura e sono stati sorpresi dal tradito, marito di lei e dal fratello di lui, e uccisi per lavare con il sangue l’onta del tradimento.
Inferno-Canto XXVI – Ulisse
Nel Canto XXVI troviamo, invece, Ulisse con il folle volo verso il nulla: l’ingegno, il coraggio, l’indomabile sete di conoscenza fanno di Ulisse un mito per Dante e per gli uomini di ogni tempo. Infatti per spronare i suoi marinari a superare il limite del mondo conosciuto e poter scoprire cosa si cela oltre Ulisse dirà “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza”. Proprio la ricerca spasmodica di questa conoscenza oltre ogni limite, li porterà alla perdizione.
Inferno – Canto XXXIV – Lucifero
Infine Dante scoprirà Lucifero, l’angelo ribelle caduto dal cielo, la radice di ogni male nel
canto XXXIV. Giunto al fondo della voragine infernale, dopo aver guardato in faccia tutti i propri limiti, Dante è pronto per affrontare il male assoluto e da qui a risalire verso la luce.
Il Purgatorio
Giovedì 27 aprile ha avuto luogo la seconda lettura-monologo della rassegna in tre tappe e ha presentato il viaggio di Dante e Virgilio lungo le pendici del monte del Purgatorio, con l’incontro di alcuni personaggi chiave.
Purgatorio- Canto I – Catone
Fuoriuscito dalla voragine infernale, Dante rinasce nella serena contemplazione del cielo. Venere e le quattro stelle sono simboli dell’amore e delle virtù cardinali. È Catone, strenuo difensore della libertà, a sollecitare Dante a intraprendere la dura salita del monte; prima, però, invita Virgilio a cingerlo di un giunco sottile, simbolo dell’umiltà.
Purgatorio – Canto V – Bonconte da Montefeltro
Ogni percorso di rinascita dopo una caduta, per Dante come per tutti, non può passare se non attraverso il pentimento sincero e il perdono. Dante comprende questa verità grazie all’incontro affascinante con Bonconte da Montefeltro. La giustizia divina viene rappresentata in modo sorprendente; per Dante è questo il secondo fondamentale passo verso la liberazione.
Purgatorio – Canto XXI – Stazio
Il poeta latino Stazio, che ha appena ultimato il suo percorso di redenzione ed è libero di salire verso i cieli, si unisce a Dante e Virgilio nel loro cammino.
Il Paradiso.
Giovedì 4 maggio Riccardo Moratti interpreterà l’ultima tappa del viaggio dantesco: la salita del Paradiso e l’anelato incontro a lungo sognato con Beatrice, che appare in tutto il suo celestiale splendore, ma riserva però a Dante un’amara sorpresa.
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Ersinija Galin
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