Milano 4 Maggio – A Palermo, durante il Convegno per i 60 Anni dell’Unione Europea organizzato dall’Università Lumsa e dalla Fondazioine Adenauer al quale sono stato invitato come relatore, abbiamo potuto ascoltare un’accorata perorazione, dai toni emotivamente coinvolgenti e altamente ideali, del sindaco di Palermo prof. Leoluca Orlando, sull’esempio dato dalla città di Palermo nell’accoglienza incondizionata a tutti i migranti, pe qualsiasi motivo e considerazione essi decidano di recarsi in Sicilia. Il sindaco ha insistito molto sul diritto inalienabile, a suo giudizio di incontestabile portata, di ogni essere umano di poter vivere, crescere, lavorare, assicurarsi un’esistenza sicura in qualsiasi parte del mondo egli desideri. Se non si è liberi di stabilire il luogo della propria nascita, la propria condizione economica e sociale di appartenenza, la propria famiglia di origine, individui e popoli devono essere liberi di poter scegliere dove vivere, al disopra e indipendentemente dai confini e barriere che delimitano la sovranità degli Stati, superati dalla realtà di un mondo globale, mobile, interconnesso nel quale oggi viviamo. Per questo, ha detto in sostanza il sindaco Orlando, Palermo non porrà mai limiti all’accoglienza, né – mi è parso di capire non essendovene stato alcun accenno nell’accorato appello del sindaco Orlando- intende incoraggiare o contribuire a una ridefinizione europea e nazionale dei criteri dell’asilo politico, della difesa dei confini nazionali, e degli stessi confini europei di cui pure l’Italia ha in grande misura la primaria responsabilità. Confini che secondo l’impostazione enfatizzata nel discorso del sindaco rappresentano un elemento antistorico, negativo e da ignorare. La società italiana, e Palermo in particolare, rappresentano già, nelle parole del sindaco Orlando, una grande espressione di “meticciato“, un valore grandissimo, secondo Orlando, di contaminazione positiva tra culture e popoli che non hanno mai avuto ragione di essere separati e distinti. Si tratta di un’impostazione che era stata adottata due anni fa dalla Carta sulla mobilità umana internazionale, adottata nel 2015 dalla Città di Palermo, incentrata sull’esigenza di vedere la mobilità umana al di fuori di logiche emergenziali o di sicurezza, e come una risorsa da valorizzare a da rendere completamente libera. Principi e visioni di forte valore etico.
Devo ammettere tuttavia – e l’ho sottolineato nel mio successivo intervento- che mi è parsa assai strana da parte della massima autorità dell’Amministrazione cittadina l’assenza di qualsiasi cenno al tema della sostenibilità sociale, economica, politica di flussi migratori che dovremmo continuare ad accogliere incondizionatamente, incoraggiandoli anzi con continue pubbliche dichiarazioni e sollecitazioni , quando a sud del Mediterraneo c’è una realtà demografica in esponenziale aumento: un vulcano demografico di cui dovremmo tutti vedere i chiari segnali per quanto ci attende. I rapporti dell’Onu ci dicono da anni che le popolazioni sub- sahariane dal Mali al Corno d’Africa cresceranno nei prossimi 35/40 anni di 4/500 milioni, in regioni sempre più colpite da siccità, disastri climatici, radicalizzazione e tensioni sociali, dove la fertilità è la più alta al mondo e nel continente africano, di 5/6 figli per ogni donna; dove la crescita economica è nettamente inferiore a quella delle altre regioni africane; dove il “neocolonialismo cinese“, come è stato definito da un altro dei panelist al convegno, sottrae risorse e terre (land grabbing che spopola villaggi,generando migrazioni), non contribuisce certo alla lotta alla corruzione e all’accaparramento di risorse da parte delle élites al potere .
Parlare soltanto di accoglienza , e incoraggiare pubblicamente e insistentemente le migrazioni verso l’Italia e l’Europa, mi sembra quindi molto pericoloso e politicamente discutibile, anche volendo guardare soltanto al brevissimo termine e alle possibili convenienze elettorali o di sostegno a posizioni umanitarie e ideologiche. Un buona politica richiede infatti trasparenza nei confronti dei cittadini. I diritti umani devono essere sempre tutelati ; in primis la vita di chi è perseguitato nel proprio paese. Ma sappiamo benissimo che si tratta di una marginale minoranza degli immigrati che illegalmente si mettono in viaggio per varcare – con l’aiuto diretto delle nostre Forze Armate- gli stessi confini nazionali che vengono invece fatti scrupolosamente rispettare a tutti gli stranieri muniti di passaporto e di visto. Questi stessi confini italiani e europei sono invece fatti varcare, sulle nostre navi e in collaborazione a quelle ong che concordano persino con i trafficanti le migliori condizioni per lasciare le coste di imbarco ed essere prontamente traghettati dalla nostra Marina Militare. Traghettiamo sconosciuti senza documenti, che in molti casi non avrebbero mai ottenuto un visto dai nostri Consolati se l’avessero richiesto: per completa assenza dei presupposti fissati da precise norme europee che il nostro Paese contribuisce così a far violare. Facilitando l’immigrazione illegale al punto che abbiamo accolto senza identificazione né registrazione alcuna nel 2105 più di centomila migranti- per esplicita ammissione di esponenti governativi- si omette la valutazione delle richieste di ingresso in Italia, obbligatoria ai sensi delle leggi sui visti. Si ” sospende” per i clandestini, lasciandoli automaticamente stabilire nel Paese, l’analisi che deve essere svolta per chi intende venire legalmente: rischi per la sicurezza nazionale, assenza di precedenti penali, motivazioni del viaggio, condizioni del mercato del lavoro . Due stridenti differenze di trattamento, a tutto vantaggio di chi viola lo Stato di diritto, per di più con il sostegno attivo delle nostre Forze Armate e dell’intero sistema Paese.
Da ormai troppo tempo un’ombra nera grava sulla grande questione delle migrazioni, assai più in Italia che nel resto d’Europa. Il processo per Mafia Capitale con le 46 richieste di pesanti condanne avanzata dalla Procura di Roma, e gli elementi oggettivi e copiosi che sono da tempo di pubblico dominio,dovrebbero aver finalmente aperto gli occhi a quanti ancora credono in immacolati idealismi di tanti, o nella saggezza di “non politiche” che incoraggiano enormi flussi migratori indirizzati ormai in misura percentualmente sempre più alta verso l’Italia, proprio e anche a causa dei “segnali” che diamo volutamente ai trafficanti, ai profittatori e a tanti disperati.
Un rischio che un’intera classe politica e culturale dell’Italia continua a voler irresponsabilmente negare, spazzare via dal radar dell’opinione pubblica. Possiamo credere che tutti, proprio tutti gli “idealisti” siano davvero in buona fede, e meritino di conservare sempre , ancora per anni e decenni, le poltrone alle quali sono stati cooptati dagli attuali meccanismi di selezione politica? Possiamo continuare a credere ciecamente in questi “leader” della politica nazionale e locale, con tutto ciò che abbondantemente conosciamo di collusioni affaristiche, malavitose, indecenti tra mondo della politica nazionale e locale, e fenomeno migratorio? Perché, in questo disastro sociale e economico che sta dimostrando di essere la mancanza di una decisa politica nazionale e europea sulle migrazioni, ci sono ancora così tante voci influenti duramente contrarie a efficaci misure per il controllo dei flussi e a un un’ordinata gestione dell’accoglienza? “Seguite il danaro ” ammoniva Giovanni Falcone. Sono Lui e Paolo Borsellino che ammiro profondamente. È anche nel valore della Loro Memoria che va fatta completa chiarezza sul perché si insista, da parte di molti nel nostro Paese, su un’immigrazione e un’accoglienza illimitata e incondizionata.
Giulio Terzi di Sant’Agata (L’Intraprendente)
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