Milano: alla Galleria Fumagalli Maurizio Nannucci espone il linguaggio della sua arte

Cultura e spettacolo

Milano 4 Maggio – Da oggi, 4 maggio, fino  al 22 luglio, 2017 la Galleria Fumagalli ospita la mostra di Maurizio Nannucci “What to seewhatnot to see”. Nannucci è uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi decenni e tra i più conosciuti a livello internazionale. Sin dalla metà degli anni Sessanta l’artista ha esplorato il rapporto tra arte, linguaggio e immagine, tra luce-colore e spazio, creando inedite proposte concettuali, caratterizzate dall’utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, edizioni e libri d’artista.

La sua collaborazione con la Galleria Fumagalli inizia nel 2004 a Bergamo con la partecipazione alla mostra “AA.VV. 30”, seguita nel 2005 dalla personale “Neon Words”.

Questa nuova mostra è la prima personale dell’artista in Italia dopo la grande antologica tenuta al Maxxi a Roma nel 2015. Cinque nuove opere dell’artista realizzate in neon di grandi dimensioni e di colori diversi che, attraverso immagini, parole e significati, interagiscono con gli spazi della galleria. 

In particolare, questo progetto verte sulla reiterazione di frasi affermative e negative che contengono al loro interno alcune modifiche concernenti il segno e inerenti al significato. Attraverso questa serrata dialettica tra due poli oppositivi, la ricerca dell’artista tende a mettere in evidenza come il fulcro delle proprie realizzazioni sia da ricercare non tanto nell’effettualità di un atto in sé concluso, in una perentoria affermazione, quanto nella continua sospensione delle componenti semiologiche e semantiche della realtà in uno spazio in bilico, ma generativo, tra affermazione e negazione, tra impossibilità della risposta e performatività della domanda, in una continua dilatazione delle possibilità latenti a essa sottese. What to seewhatnot to see, what to say… what to hear… what to feel… what to love: le opere si presentano come una serie di interrogativi in continua tensione che fanno riflettere sulla condizione dell’uomo nella società in un duplice rapporto, con gli altri e con sé stesso. L’urgenza che si presenta quotidianamente è quella di fare una scelta: cosa vedere, cosa dire, cosa pensare, cosa percepire, cosa amare… come orientare le nostre decisioni. Il senso, il significato, è sempre sfuggente, irrisolto, ma lo scopo di Nannucci non è offrire soluzioni in sé concluse, ma indicare e alludere riflessivamente alle differenti possibilità di lettura e interpretazione dei segni che ci circondano, in una continua apertura e declinazione delle componenti semantiche intrinseche alle proprie realizzazioni. (Arte Magazine)

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