Umanitaria, convegno “La centralità della persona” : programma Mentore

Cronaca

Milano 10 Maggio – In Italia ogni anno 250.000 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni abbandonano gli studi nei primi due anni delle scuole secondarie di secondo grado (ex superiori) in larga maggioranza negli Istituti professionali e negli Istituti tecnici.

Il 15% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non possiede titoli scolastici superiori alla licenza di scuola secondaria di I° grado (ex media), non è in possesso di qualifiche di Istituti professionali ed è fuori dal Sistema Nazionale di istruzione e di quello regionale di formazione. Questo fenomeno denominato Dispersione scolastica è provocato dall’abbandono degli studi da parte di bambini, preadolescenti e giovani.

Se non si interviene subito già dalle primarie, l’abbandono sarà inevitabile quando terminerà l’obbligo scolastico, cioè nel primo biennio della Scuola secondaria di 2° grado. Qui si registra una media nazionale di abbandoni molto elevata perché uno studente su tre interrompe gli studi, senza aver concluso il percorso intrapreso (in tutta Europa solo la Spagna ha dati statistici peggiori dei nostri).

Questo fenomeno ha origini lontane, all’inizio del percorso della scuola dell’obbligo ( scuola primaria). Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla primaria è un momento importante nel processo di crescita e maturazione del bambino. Le nuove richieste di responsabilità e le stringenti regole comportamentali possono essere fonte d’ansia e motivi di crisi di panico, condizionando negativamente il suo futuro rapporto con la scuola. Per di più alcuni di loro non si sentono all’altezza delle aspettative che i genitori hanno riposto in loro. La maggior parte recupera in poche settimane, perché l’essere umano in genere si adatta alle situazioni nuove e attese, ma una piccola parte, circa il 5% sul totale degli iscritti per la prima volta alla scuola primaria, non si libera più dal malessere provocato dall’ impatto negativo con il mondo della scuola.

Sono questi bambini a rischio di insuccesso scolastico che, una volta concluso l’obbligo scolastico, abbandoneranno gli studi. Questi alunni, del tutto normali, sono per vari motivi interni ed esterni poco sicuri di sé . Posti di fronte agli obblighi dello studio non sanno valutare le loro reali capacità e non si ritengono all’altezza del compito, perciò provano un forte senso di disagio che non riescono a fronteggiare e di cui non capiscono le ragioni. Di loro si dice che hanno poca autostima

Come si è già detto questi minori sono normodotati, sono solo un po’ spaventati e, come ogni altro essere vivente, reagiscono alla minaccia che li sovrasta in due modi: mostrano insofferenza verso l’ambiente scolastico, unita a una certa aggressività, rischiando così di diventare dei “bulli”, oppure si chiudono in se stessi e manifestano una grande timidezza e rischiano di diventare le “vittime” dei bulli. Oltre a questi atteggiamenti deviati, essi rifiutano la scuola perché la considerano la causa della loro inconsapevole paura. In assenza d’interventi preventivi sono destinati ad abbandonare lo studio da adolescenti, ossia alla fine dell’obbligo scolastico, nel corso dei primi due anni della scuola secondaria di 2° grado. Per contrastare efficacemente questo problema sociale bisogna agire tempestivamente, aiutando in modo preventivo quelle bambine e quei bambini che appaiono insicuri, con difficoltà nelle relazioni interpersonali, con scarse motivazioni allo studio e bassa autostima.

Il Programma Mentore della Società Umanitaria, basato su di un metodo sviluppato da un gruppo di psicologi americani e largamente sperimentato in tutto il mondo, contribuisce – insieme all’Istituzione Scolastica – a realizzare un piano di inclusione di questi alunni, favorendo lo sviluppo delle loro potenzialità  e incrementando la loro autostima. Il Programma Mentore è fondato sul rapporto di amicizia tra un adulto volontario ed un bambino, per far sì che la relazione favorisca il suo ben-essere e lo aiuti ad incrementare le sue capacità di relazioni interpersonali. Questo rapporto di amicizia tra un adulto e un minore rappresenta inoltre una valida possibilità per contribuire al raggiungimento delle competenze del Curricolo di Cittadinanza e Costituzione,  in vigore nei Programmi della Scuola dell’Obbligo : Il riconoscimento della figura dell’adulto, il rispetto delle regole di un gioco , la capacità di ascolto dei punti di vista altrui, l’espressione della propria emotività in situazioni di gioco, il sapersi relazionare in modo positivo con gli adulti . Queste sono alcune delle competenze che possono essere acquisite durante il rapporto di amicizia tra Telemaco e il Mentore. 

Alla luce dei risultati e dei riscontri ottenuti, la Società Umanitaria crede fortemente nel Programma Mentore e ne promuove l’organizzazione attraverso l’Associazione Telemaco, cui è affidato il compito della gestione grazie a una Direzione e uno Staff costituito da più persone molte delle quali volontarie. Lo scopo è anche di dare a questo suo importante Programma un assetto autonomo sul piano organizzativo e finanziario che consenta futuri sviluppi meglio adeguati ai bisogni del nostro Paese. Il Programma Mentore è del tipo “uno a uno” (un Mentore per un bambino), si basa sui principi studiati per la prima volta negli USA, dove impiega ormai alcuni milioni di volontari ed è anche l’unico finanziato dal Governo americano con 180 milioni di Dollari l’anno.

Il Programma Mentore della Società Umanitaria opera a Milano dall’anno 2000 e a Napoli dal 2008 con una media complessiva che ogni anno supera i 200 volontari attivi in oltre 20 Istituti Comprensivi Statali. Da tre anni è presente anche nella Provincia di Trento, con una ventina di volontari in sei scuole, grazie al know how fornito a titolo gratuito dall’Umanitaria alla Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale.

Si calcola che se si volesse affrontare in modo efficace in tutta l’Italia il problema dell’abbandono scolastico,  il fabbisogno di volontari Mentori si aggirerebbe sulle 40.000 unità. Ovviamente l’Umanitaria non potrebbe occuparsene da sola ma può sempre offrire la sua collaborazione ad Associazioni affidabili perché s’impegnino localmente.

In Italia tutti gli Istituti scolastici statali predispongono un “Piano triennale di offerta formativa” con particolare riguardo all’inclusione nel percorso formativo degli alunni che presentano alcune difficoltà che non riguardano la capacità di apprendere ma principalmente aspetti relazionali, per questo i bambini che hanno bisogno di avere un’esperienza con un adulto amico, al di fuori dalla sfera genitoriale,  non mancano e il numero di scuole che richiedono questo intervento è in continuo incremento. Le principali difficoltà da affrontare riguardano : la scarsità dei Mentori (ne occorre uno per ogni bambino)  e le risorse finanziarie necessarie per sostenere il Programma Mentore in tutte le sue sedi.

Per Consultare Il Programma indicatore pdfConvegno Mentore

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