Milano 12 Maggio – Se nei giorni scorsi vi siete girati spesso, non siete pazzi. Stavate venendo osservati. Essì, signora mia, un nuovo osservatorio si aggira per le strade. Ce lo descrive il vicepresidente di Assolombarda:
Realizzato da Assolombarda su commissione del Comune di Milano e con la collaborazione di una serie di centri studi (tra gli altri, Banca d’Italia, Camera di Commercio, Intesa San Paolo, Fondazione Ambrosianeum, Confcommercio, ma anche Google e Mastercard) e presentato il 3 maggio, l’Osservatorio misura attrattività, reputazione e competitività di Milano, usando 214 indicatori diversi (un centinaio i parametri originali) su redditi, lavoro, istruzione, investimenti, imprese, consumi, salute, ambiente, traffico (anche del bike sharing, per esempio), abitazioni, giustizia, efficienza della pubblica amministrazione, cultura e tempo libero, etc.
Cioè mica pizza e fichi. Sta roba qua formerà la classe dirigente del futuro. Perché Milano sta vivendo una stagione splendida, purtroppo siamo governati da asini e la retorica sta uccidendo la democrazia. Ah. Niente di meno? Cioè, solo a me pare che ci sia qualcosa che non quadra in tutto il ragionamento complessivo? Sì, il primo approccio è che qui qualcuno abbia fatto cherrypicking, cioè che si sapesse a priori cosa si voglia dimostrare e poi si siano presi i duecento indici più adatti a dimostrarlo. Me lo lascia sospettare il fatto che ci siano cento voci inedite e che manchi un piccolo dettaglio, tipo la sicurezza. Davvero non pareva importante? Davvero si è trovato spazio per il bike sharing, ma nessuno ha voluto oltrepassare il velo dei “reati denunciati” che fanno le statistiche ufficiali e coprono i reati veri? Come mai? La seconda parte dell’articolo lo spiega con agghiacciante freddezza.
Oggi la democrazia è in pericolo a causa delle bufale. Ah, però. Le bufale le usano quelli che i numeri non li hanno. Aspetta che per combatterli ad Assolombarda ed a Sala viene l’idea del secolo: costruiamo un indice di 214 numeri per usarlo come clava. Spettacolare. In base a questi numeri (che tanto nessuno si prenderà la briga di leggere davvero, sappiamo tutti come vanno queste cose), si potranno lanciare scomuniche, fatwe ed anatemi. Fuoco e zolfo pioveranno su chi parlerà di Milano senza accesso documentato ai 214 numeri. E, tramite appositi e, suppongo, prezzolati oracoli, le politiche del Comune riceveranno costante validazione. Ottimo. Ottimo, se non fosse che le bufale campano prima di tutto e soprattutto di questo. L’altro giorno stavo andando con Uber da un cliente. L’autista credeva a tutti i complotti esistenti. Anche quelli contraddittori tra loro. E sapete con che criterio sceglieva in cosa riporre fiducia? Gli bastava che non fosse ufficiale. Ecco, questa gente non la riprendi con cento indici innovativi che ti fanno dire che siamo nella nuova era aurea di Milano. Perché poi la gente ti ride dietro. Ditelo che avete analizzato la cerchia dei Navigli e poco altro e che sia finita. Ditelo che di salvare la democrazia non vi importa nulla, perché se l’obiettivo è combatterne la degenerazione in oklocrazia (il governo delle folle gestite da demagoghi) con un’iniezione di oligarchia, allora ve lo possiamo dire subito: non funzionerà. E magari risparmieremo un po’ di soldi in progetti di ingegneria sociale di cui nessuno sano di mente sente il bisogno.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,