“Mi si nota di più se non vado o se vado e dico una fregnaccia formidabile?”. Un po’ comprendo il dramma interiore della Pinotti. La vedo provata, dopo il profondo percorso di riflessione partorie una cosa del genere deve essere affaticante. No, obbligare i giovani a fare un anno di servizio civile non è un’idea brillante. È solo di pochissimo meglio che istituire la leva obbligatoria nuovamente. E quella è un’idea folle. Ricordiamo che fu abolita dalla componente liberale di Forza Italia, ministro della Difesa Martino. Ed in dieci motivi perché sarebbe demenziale reintrodurla.
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I giovani Italiani hanno un problema di competitività globale perché arrivano alla fine del percorso Universitario (se ci arrivano) senza alcuna esperienza lavorativa ed in ritardo. Fargli perde un anno giocando con l’Unicef mi pare decisamente inutile. Vero che, essendo un lavoro in loco, potrebbe essere solo un rallentamento e non uno stop. Ed è l’unica cosa che rende l’idea meno idiota della leva tout court.
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Costa. E la spesa pubblica è il principale problema dello Stato Italiano, attualmente. Inoltre, se crediamo alla distinzione tra spesa produttiva e non, questa rientra decisamente nella seconda categoria.
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Esattamente come la leva discrimina gli strati più bassi della popolazione che l’università non la fanno ed un anno della loro vita lo perdono secco. Infatti uno stage pagato dallo Stato presso una ONG non fa curriculum nemmeno in Venezuela.
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Siamo in Italia e se le Associazioni dovessero essere inondate l’outcome più probabile sarebbe una massa di sfaccendati a libro paga statale, con funzioni meramente di facciata. Come già succede nella PA, peraltro. E come succedeva assai spesso nella leva.
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L’idea che la leva ridisciplinerebbe una generazione di smidollati appare vagamente utopica. Non mi pare che abbia raggiunto risultati così spettacolari nel 68 e nel 77, per dirne una.
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Come avrete intuito sopra, è furto tre volte: del tempo del ragazzo, delle tasse degli Italiani e persino delle competenze delle associazioni, che dovrebbero modificare, e di molto, le strutture per accogliere personale impreparato e sulla cui voglia di lavorare potremmo scrivere volumi interi.
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L’intero processo avrebbe costi occulti notevoli. Bisognerebbe ricostruire un’infrastruttura burocratica che non esiste più da vent’anni. E via di assunzioni…
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Le Organizzazioni non Governative dovrebbero avere il pudore, per rimanere tali, di rinunciarvi. Voi ci credete?
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Abbiamo cose vagamente più serie cui pensare.
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Lo Stato, quando fa l’educatore, produce come vette più alte di risultato disastri generazionali. Meno lo fa, meglio è.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,