Milano 15 Maggio – Che il Comune consideri le periferie una palla al piede è ormai arcinoto. Che tutta la filosofia dell’istituzione dei Municipi perché fossero più vicini alla gente sia diventata retorica senza alcun costrutto è palese. Che il piano periferie fosse come sempre uno specchietto per gli allocchi, ora è manifesto. Scrive Il Giornale “Schiaffi a ripetizione dal Comune ai quartieri. Riunioni che saltano, Zone escluse dal piano periferie e partecipazione flop. E il rapporto fra Palazzo Marino e i municipi è sempre più teso. Il municipio 7, intanto, con Marco Bestetti protesta per l’esclusione dal piano periferie. La sbandierata partecipazione, poi, non era iniziata sotto i migliori auspici ed è finita male. Già al tempo della presentazione, a molti era sembrato solo propaganda un percorso costoso e macchinoso per far votare ai cittadini i progetti e le opere da realizzare per un ammontare di circa un milione. Non erano stati molti a partecipare all’iter istruttorio. E le (allora) Zone, peraltro in cerca di senso e funzioni, avevano vissuto la chiamata diretta del Comune agli elettori come un’estromissione, oltretutto dal sapore populista. Oggi si viene a sapere in primo luogo che i progetti non saranno realizzati, se non in parte e in ritardo, e che per il futuro il budget del bilancio partecipativo sarà praticamente dimezzato. E il municipio 4 ha lavorato a un documento per fissare paletti e responsabilità, per non essere coinvolto ora in un fallimento mentre a suo tempo era stato escluso da quello che sembrava un successo. «Per non essere corresponsabile di questa grande illusione – si legge – il municipio si impegna, in conferenza dei presidenti alla presenza del sindaco a chiarire che il percorso sia tale che le eventuali richieste possano essere, se tecnicamente fattibili, evase». Insomma, basta illusioni. «Lecito pensare che l’iniziativa sia stata squisitamente spot elettorale – dice denunciando il flop la vicepresidente del Consiglio municipale 4 Rosa Pozzani – Ora i cittadini chiedono conto delle opere vincitrici non realizzate e/o non realizzabili proprio mentre il sindaco Sala si accinge a presentare la nuova edizione del Bilancio partecipativo»
Naturalmente i Presidenti dei Municipi targati PD stanno “zitti e boni”. Prima di tutto salvare il partito, non le esigenze della gente. Dichiara il presidente del Consiglio Oscar Strano (Lista Parisi): «Circa la metà delle opere rischiano di slittare al 2020 peraltro senza certezze. Ritengo opportuno fermarsi un attimo, avviare una seria analisi di quanto deve essere fatto e solo successivamente ipotizzare un nuovo percorso. In queste condizioni il rischio flop è altissimo».
Ma la domanda vera che nasce spontaneamente è: davvero il Comune intende occuparsi e preoccuparsi delle periferie?
Olga Molinari