Milano 17 Maggio – Primi numeri 2017 sulle imprese artigiane. Milano si conferma l’unica realtà lombarda con un certo dinamismo (anche se minimo): +0,4% sul totale delle attività circa 68.300. Per il resto, è notte fonda, da Bergamo a Varese. E non s’intravede alba all’orizzonte, soprattutto sul fronte del futuro ricambio generazionale. Tramontate in un anno 1.500 realtà regionali (-5,9%) con titolare under 30, quasi 300 soltanto a Milano (-4%). Idraulici, elettricisti, traslocatori ma anche sviluppatori immobiliari, stampatori e artigiani del legno, della pelle e dei metalli. «Dati pesanti che rappresentano un grande turbamento per tutto il settore — spiega il segretario generale dell’Unione artigiani di Milano, Marco Accornero —. In prospettiva servono riflessioni serie: le nuove aziende vanno aiutate a consolidarsi. Come? Riducendo i troppi costi fiscali che scoraggiano gli investimenti».
L’argine milanese
A livello generale, tranne Milano (248 imprese in più), le cifre sono negative in tutta la Lombardia: in totale si è scesi sotto quota 247 mila, poco più di duemila imprese in meno rispetto al 2016. In particolare, spiccano in negativo le aree provinciali di Lodi (-4%) e Cremona (-2,3%). Stessi risultati guardando agli addetti: 5.300 posti di lavoro in meno, si salva solo il capoluogo (+0,6%). «Milano sembra aver innescato la marcia della ripresa — auspica Accornero —: speriamo possa trainare tutte le altre province che invece presentano soltanto dati negativi».
Il moltiplicatore
Se le imprese con titolari di età superiore ai 30 anni sono sostanzialmente stabili ovunque, risulta evidente il peso del «fattore giovani» sull’intero comparto: un moltiplicatore del pessimismo in grado di far crollare le imprese artigiane delle relative fasce di età di quasi dieci punti percentuali a Pavia, di nove a Lodi, di otto a Monza, di sette punti a Brescia e via dicendo fino alla «virtuosa»
Le attività in crisi
Scorrendo l’elenco degli andamenti settoriali, elaborati dalla Camera di commercio al primo trimestre 2017, risultano in difficoltà soprattutto alcune maestranze milanesi. Il comparto che include idraulici, elettricisti e installatori (circa 2.600 ditte u30) è crollato del 31% dal 2011 a oggi; quello di chi si occupa di traslochi o trasporto merci o persone addirittura del 41% in sei anni; i costruttori e sviluppatori immobiliari del 47%. Tutti settori da centinaia di imprese. E poi realizzatori di prodotti in metallo (-26%), pelle (-20%) e legno (-26%), sì meno «popolosi» ma altrettanto significativi dell’allarmante tendenza.
Giacomo Valtolina (Corriere)
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