Milano 19 Maggio – La parità di genere sul lavoro, in Italia, procede a piccoli passi anche se la disuguaglianza economica generale è in aumento. Il Rapporto Istat 2017 fotografa la scomparsa della classe operaia, la netta riduzione del ceto medio e individua sempre più spesso, come riferimento di molte famiglie italiane, una persona anziana o una donna. In un quadro così desolante spicca un dato positivo: le donne manager sono in aumento secondo quanto emerge da una ricerca di Manager Italia, Federazione nazionale dirigenti e quadri, che sarà presentata il 20 maggio all’Università Iulm di Milano. L’associazione ha elaborato una serie di statistiche sulla base di dati Inps che analizza il periodo compreso fra il 2011 e il 2015 e dall’indagine emerge che sono le donne a trainare la ripresa dell’occupazione manageriale in Italia. Nel Belpaese infatti il numero di posizioni apicali è cresciuto dell’1,2%, ma le percentuali sono diverse a seconda del sesso. Il numero delle presenze maschili è calato dell’1,4% mentre le donne hanno fatto un balzo in avanti del 17,5%.
Un fenomeno che si spiega con il cambio generazionale che vede rispetto al passato un maggior numero di manager in gonnella. Il 13% infatti è under 40 contro il 6% degli uomini secondo un’altra ricerca resa nota a marzo. Di sicuro c’è ancora molta strada da fare anche perché “le quote rosa” ai vertici delle aziende si registrano soprattutto al nord mentre, in generale, in Italia la disoccupazione giovanile al femminile resta allarmante: raddoppiata negli ultimi 10 anni, è passata dal 25,4% del 2006 al 42,6% del 2015. A passarsela peggio sono le calabresi con il 70,1%. In altre sei regioni del mezzogiorno il dato è sopra il 50% mentre in Lombardia è del 33,5%.
La regione più virtuosa? Il Trentino Alto Adige con il 20,6%. A livello manageriale il primato è lombardo. Nella regione i manager sono cresciuti del 5,2% con una punta del 6,9% a Milano fra il 2011 e il 2015. Nel capoluogo lombardo infatti lavora almeno un dirigente italiano su tre, il 32,2% del totale, che diventa il 37,4% nel caso delle donne e il 31,2% degli uomini. Allargando lo sguardo a tutta la regione il dato aumenta ancora salendo fino al 46,7% delle donne, mentre per i maschietti si assesta al 31,2%.
In generale a fare da traino, come conferma anche il rapporto Istat, il settore dei servizi in cui si concentra il 95% della crescita e in cui i livelli occupazionale superano di oltre mezzo milione quelli del 2008. (Io Donna)
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