Milano 31 Maggio – Firenze si veste di glamour con la sfilata Gucci Resort 2018.
Tra i favolosi meandri della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, adornata da ricchi fregi e capolavori dell’arte, Alessandro Michele omaggia il marchio fondato a Firenze nel 1921 con una collezione dal sapore retrò che strizza l’occhio allo sfarzo in stile rinascimentale.
Gli invitati alla sfilata erano in quattrocento tra buyer, blogger, influencer e stampa. Prontamente hanno postato i primi scatti del defilé su Instagram utilizzando l’hashtag #GucciCruise2018.
Il progetto creativo del designer romano gioca sull’eleganza del pattern e sui colori generosi. La stoffa utilizzata simula perfettamente le tele di un leggiadro dipinto.
L’eleganza di alcuni capi stride per alcuni versi con l’eccentricità di altri. Ma questa è la chiave di lettura che dovremmo dare alla creatività di Michele che ha fatto di Gucci la maison bandiera del Made in Italy nel mondo.
Il marchio di lusso cresce a ritmi serrati grazie all’estro dello stilista e ad una strategia di marketing vincente.
L’e-commerce del marchio registra un +85% delle vendite e questo senza deviare gli acquisti nelle boutique. Il fatturato del marchio, inoltre, è schizzato a +54% chiudendo il 2016 con 4,37 miliardi di ricavi.
Ma torniamo alla sfilata. La Cruise 2018 gioca sull’assemblage di stili. Il bomber, divenuto il capo icona della maison fiorentina, divide la passerella con cappe in pelliccia, giacche in tricot stile anni sessanta, abiti in lurex e tartan.
Una contaminazione di generi ben interpretata dove la follia creativa padroneggia su tutto.
Dopo il rifiuto categorico di Atene per la sfilata nell’acropoli della città, a beneficiare di due milioni di euro con il progetto “Primavera di Boboli” è stato il giardino adiacente a Palazzo Pitti denominato, appunto, Giardino di Boboli.
Con questa collezione Alessandro Michele riporta ai fasti una grande maison, lo fa con la destrezza che solo una persona colta può avere.
E già, in città, qualcuno osa l’appellativo Alessandro il Magnifico.
Stefania Carpentieri
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