Legge elettorale: duello Renzi-Alfano. Berlusconi: accordo sulla legge, ma nessuna alleanza di governo

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Milano 1 Giugno – Si stringono i tempi sulla riforma della legge elettorale che andrà in discussione in Aula alla camera il 5 giugno mentre fibrilla la maggioranza con un durissimo botta e risposta tra Matteo Renzi e Angelino Alfano. Il relatore della legge sul sistema di voto, Emanuele Fiano, ha depositato in Commissione Affari costituzionali il maxi emendamento che recepisce l’intesa Pd-M5s-Fi.  Proteste dei partiti che non hanno sottoscritto l’accordo sulla legge elettorale  in Commissione Affari costituzionali della Camera dopo la presentazione del maxi emendamento del relatore Emanuele Fiano, per i tempi ristretti di esame. Alcuni hanno annunciato che si rivolgeranno alla presidente Laura Boldrini e Ignazio La Russa ha detto che si rivolgerà al presidente Mattarella.

Renzi, si può votare a ottobre e in primavera – “Il terrorismo psicologico sulla necessità di un decreto a luglio, ce lo chiede l’Europa, è una barzelletta. Teoricamente si può votare ad ottobre, succede in Germania e in Austria, non si rischia esercizio provvisorio. Poi si può votare anche in primavera”. Così Matteo Renzi, a Porta a Porta, negando anche il rischio di instabilità. “Il Pd è partito serio”, aggiunge il leader Pd.

DUELLO ALFANO-RENZI – Il tema crea, però, tensione all’interno della maggioranza, in particolare tra Ap e il Pd alla vigilia di una cruciale direzione del partito di Alfano. “Assistiamo divertiti – attacca da Facebook il ministro – a queste dichiarazioni sul potere di ricatto e di veto dei “piccoli partiti”. Incredibile. Fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd, peccato fossero i propri. Letta, Renzi e adesso vedremo se indurrà anche Gentiloni alle dimissioni oppure lo sfiducerà. In tutti e tre i casi, il segretario del Pd è sempre lo stesso”. “Piccoli partiti? Diffidare dei grandi. Questa chiamasi instabilità ma – caro Pd – tu chiamale, se vuoi, “elezioni”. “Se dopo anni che sei stato al governo – replica Renzi – hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5%, è evidente che non possiamo bloccare tutto”. Così Matteo Renzi sulle accuse del leader di Ap Angelino Alfano. “Io impaziente? – aggiunge Renzi – io potevo restare a Palazzo Chigi e invece me ne sono andato…ho l’impressione che sono loro che hanno paura ma non è accettabile il veto dei ‘piccoli'”. “Renzi insulta – è la contro-replica di Alfano – ma sfugge alla domanda cruciale: fa cadere anche il governo Gentiloni oppure no?”.

I RISCHI DEL TEDESCO – “E’ evidente – dice Renzi – che può esserci mancanza di maggioranza, come in Germania. Io spero che diano fiducia al Pd, se non sarà così bisognerà vedere i numeri in Parlamento”.

L’accordo sulle regole fra le principali forze politiche non prefigura alcun accordo politico per la prossima legislatura, nessuna grande coalizione, ma soltanto la corretta condivisione delle regole elettorali”. Lo puntualizza Silvio Berlusconi in una nota sulla legge elettorale dopo aver incontrato a colazione i Capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. Forza Italia – dice ancora – “ribadisce l’esigenza di applicare il sistema tedesco. Questo significa sbarramento al 5%, liste proporzionali di lunghezza adeguata, metodo proporzionale di attribuzione dei seggi, su base nazionale, analogo a quello utilizzato in Germania, escludendo qualsiasi ipotesi di voto di preferenza. Questo accordo potrà finalmente restituire la parola agli italiani, consentendo agli elettori, dopo quattro governi non scelti dai cittadini, di decidere da chi vogliono essere governati”.

La legge elettorale che si sta profilando “non dà risposte rispetto a quello che ha detto la Corte costituzionale” e “non serve per garantire quella governabilità che è necessaria per il rilancio del Paese”. Lo ha detto Giuliano Pisapia, leader di Campo Progressista, a margine di una riunione organizzata dall’Officina delle Idee Europa a Bruxelles. La Corte Costituzionale, ha spiegato l’ex sindaco di Milano, ha detto “con grande forza” che hanno “rilevanza costituzionale sia la governabilità del Paese, sia la rappresentanza dei cittadini, sia la possibilità dei cittadini di conoscere e scegliere i propri candidati”. Al contrario, la legge elettorale che si sta profilando non permette “di fare coalizioni per l’eventuale premio di maggioranza” ed è “un passo indietro rispetto a quanto indicato dalla Corte Costituzionale”.(Ansa)

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