Inutile anticipare le elezioni il 10 settembre come chiesto da Grillo
Milano 1 Giugno – Tanto rumore per nulla. Il vitalizio per i parlamentari alla prima legislatura, il 60 per cento dei componenti delle attuali Camere, è, difatti, scattato. Inutile quindi, nel caso di elezioni anticipate, fissare la data delle elezioni il 10 settembre, come richiesto da Beppe Grillo. Il leader M5S, dando comunicazione del via libera degli iscritti M5S al sistema tedesco, aveva chiesto di andare al voto in anticipo rispetto alla data più chiacchierata in Parlamento, il 24 settembre. “Hanno allungato il brodo fino a oggi: non hanno fatto nulla per il Paese, ma cercano disperatamente di arrivare al giorno della loro pensione da privilegiati che scatta il 15 settembre”, ha scritto Grillo. “Il MoVimento 5 Stelle vuole che si vada al voto prima di questa fatidica data: è una delicatezza istituzionale che questa classe politica sciagurata deve al popolo che ha massacrato per decenni. Vogliamo evitare questo schifo e vogliamo anche mettere fine allo scandalo dei vitalizi”.
Tutto inutile. Ma andiamo con ordine. Secondo le norme approvate da entrambe le Camere nel 2012 che hanno introdotto il calcolo su base contributiva, per maturare i requisiti ai fini del vitalizio (in realtà un trattamento pensionistico particolarmente favorevole) servono quattro anni, sei mesi e un giorno di esercizio del mandato parlamentare. Dal momento che questo Parlamento si è insediato il 15 marzo del 2013, il calcolo è presto fatto: il termine è il 15 settembre 2017.
Tuttavia, anche in caso di elezioni anticipate il 10 settembre, il cosiddetto vitalizio scatterebbe lo stesso. Perché, come confermano gli uffici di Montecitorio all’HuffPost, le Camere sciolte restano in regime di prorogatio (come stabilito ope legis, articolo 61 della Costituzione), in virtù del quale le assemblee continuano a esercitare i loro poteri fino a quando non si riuniscono le nuove. Per prassi, i parlamentari si limitano all’ordinaria amministrazione e, qualora vi siano, alla conversione dei decreti legge.
In questo quadro, l’unico modo per evitare che scatti il vitalizio sarebbe andare a votare non più tardi della fine di agosto. In media, infatti, il periodo trascorso tra la data delle elezioni e la prima riunione delle nuove assemblee è di 15 giorni, tempo impiegato solitamente per verifica della correttezza delle votazioni. Comunque non oltre 20 giorni, come prescrive l’articolo 61 della Costituzione.
Il calcolo è presto fatto: per evitare il vitalizio si dovrebbe andare a votare domenica 27 agosto. Una data inusuale per le elezioni, dal momento che in Italia non si è mai votato nel mese più torrido dell’anno (e invero nemmeno in autunno). Ma come funziona il cosiddetto vitalizio? I deputati, per esempio, devono versare un contributo pari all’8,8% della loro indennità parlamentare lorda. Va tenuto conto che percepiscono un’indennità netta di circa 5000 euro (pari a 10400 circa lordi). “I deputati cessati dal mandato – si legge sul sito della Camera – indipendentemente dall’inizio del mandato medesimo, conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi”. Cinque anni che si trasformano in quattro anni, sei mesi e un giorno di esercizio di mandato ai fini pensionistici.
Il 60% degli attuali parlamentari italiani può quindi festeggiare (salvo sorprese).
(Huffington Post)
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