Milano 4 Giugno – «Temiamo per la nostra incolumità», sospira uno dei venti residenti in regola dello stabile di edilizia popolare che sorge nel Gallaratese. Dei 40 appartamenti su cinque piani, la metà sarebbe occupata abusivamente da rom. In cortile, sulle scale e sui pianerottoli, e seduti sulle panchine, si incrociano solo nomadi. Dal parcheggio sfrecciano auto di grossa cilindrata con targa romena. Per parlare con un italiano bisogna salire le scale, guardare il cognome scritto sulla porta e provare a suonare. «Perché non esco in una bella giornata di giugno? E chi ha voglia – si sfoga un anziano – ormai è “terra” loro. Io sono distrutto. Non dormo più a causa dei rumori di notte. Di giorno ci intossicano coi fumi che sprigionano dal barbecue nel cortile interno, dove hanno messo pure un tavolo. Come se fosse tutto di loro proprietà: dentro e fuori».
Questa la testimonianza raccolta da Il Giorno, da uno degli abitanti disperati, in un angolo di Milano in cui comanda chiunque, salvo il Popolo Italiano. Prima c’erano i Marocchini, oggi i Rom. Non essendo bambini gli abusivi e non stando in un teatro, non vengono sgombrati dalla solitamente efficiente assessore Rozza. Stanno là. E si moltiplicano: «Qui di africani non c’è più traccia da tempo. Potevano scappare e l’hanno fatto. Chi gestisce il racket ora sono basisti rom che avvertono quando un appartamento si libera, per morte o trasferimento dell’inquilino, e con tempismo perfetto lo fanno occupare da parenti o amici». «L’unica soluzione sarebbe la fuga. Non ho più fiducia nelle mediazioni “politicamente corrette”. Ma siamo tutte persone di una certa età, sole e malate, senza soldi né forza per il trasloco. Ci tocca vivere l’inferno in terra, senza avere colpe»
Ecco, le mediazioni politicamente corrette. Ci siamo. Allora diciamolo. Il buonismo, l’accoglienza purchessia, il volemose bene ed i fratelli Rom qui, ora, hanno prodotto la segregazione in casa degli anziani Italiani. Che non possono lasciare il proprio nome, per evitare ritorsioni. Se questo è essere fratelli…
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