Milano 7 Giugno – Quel buco inutile, dal quale passava poco più di un ragazzino, è rimasto a sfregiare il muro del bagno, giusto il tempo di farsi trovare ieri mattina dai dipendenti della filiale. Apparentemente inutilizzato dalla banda che ha programmato l’incursione, scavato in un giorno del lungo ponte del 2 Giugno, fino a perforare una parete, per poi sbucare nei servizi igienici di una banca, e fermarsi lì. Ieri mattina il muro era ancora spaccato, evidente tentativo di un furto andato male all’interno della filiale di Banca Intesa San Paolo, in via dei Mille a Como.
Cosa sia successo esattamente, per ora non si sa. I ladri si sono introdotti passando dagli spazi di un’attività commerciale dismessa, alle spalle della banca. Hanno forzato un cancello, sono entrati fino a raggiungere il muro confinante con la filiale e lo hanno forato. Probabilmente con attrezzi da cantiere che non sono stati trovati, e altrettanto probabilmente di giorno, per non insospettire chi avrebbe potuto sentire qualche rumore anomalo per le ore notturne, nonostante l’isolato sia sostanzialmente disabitato. Non si sa cosa gli abbia impedito di portare a termine il colpo: le casseforti non sono state forzate né danneggiate, all’appello sembra non mancare nulla. Forse sono stati fermati dalla presenza di sensori interni, visti prima di far scattare l’allarme. O dall’impossibilità di continuare a scavare per aprire un varco sufficiente a entrare. Ora gli inquirenti della Squadra Mobile della Questura stanno cercando immagini o tracce lasciate dalla banda, per capire chi fossero e cosa li ha fermati, ma anche fin dove sono riusciti ad arrivare.
La tecnica non è certo originale. Anzi, è così abusata da essere più volte finita in sceneggiature cinematografiche, tra successi e insuccessi di colpi programmati a tavolino, e poi traditi dal dettaglio non calcolato. Come la batteria del flessibile che si esaurisce, o il sistema di allarme che non si disinnesca. «La banda del buco» è il titolo del film realizzato negli anni Sessanta da Mario Amendola, una commedia che nel cast annoverava un già affermato Claudio Villa. Ma la stessa idea aveva ispirato un paio di anni prima «I soliti ignoti» film del 1958 di Mario Monicelli, dove l’obiettivo non era una banca ma il Monte di Pietà. Un cast passato alla storia, di cui facevano parte Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Totò e Renato Salvatori, ladruncoli e disperati dei sobborghi romani. La banda del bucotorna anche in «Operazione San Gennaro» diretto da Dino Risi (1966). In tempi più recenti, la tecnica del buco compare nel film «Take Five» di Giudo Lombardi, che chiama a recitare alcuni attori recuperati dalle carceri, così come avvenuto anche in «Gomorra» o «L’amore molesto».(Il Giorno)
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