Il Ballo di Brera? Una risposta che profuma d’estate alla prima della Scala

Milano

Milano 8 Giugno – Come il Principato di Monaco, anche Milano avrà il suo «ballo della rosa». Si terrà il 21 giugno prossimo nel grande cortile della Pinacoteca, con al centro la monumentale statua di Napoloeone in costume adamitico fusa nel bronzo dal Canova. L’annuncio è stato dato lunedì mattina dal direttore James Bradburne, che per l’occasione ha sfoggiato un gilet a fiori azzurri, molto settecentesco, in tema anche con il quinto dei «Dialoghi», una mostra dedicata al pittore Pompeo Batoni, che inaugura martedì. Nelle intenzioni del direttore il «Ballo di Brera» dovrebbe diventare l’equivalente estivo della «prima» della Scala. Dunque un appuntamento mondano, esclusivo, per 800/1000 invitati, riservato ai grandi sostenitori della Pinacoteca e alle personalità della cultura, oltre al consueto corredo di politici.

Per l’occasione verrà anche assegnata la prima «Rosa di Brera», un gioiello creato appositamente dal designer Giampiero Bodino, direttore creativo del Gruppo Richemont, ispirandosi all’omonimo fiore, un ibrido creato nel vivaio toscano Rose Barni: se la aggiudicherà il più importante sostenitore del Museo.

A Brera si respira dunque già aria di svago e d’estate dopo aver archiviato un anno di buoni risultati. I visitatori da marzo 2016 ad aprile 2017 sono stati 443.940; le visite guidate sono aumentate del 30%. Ventidue le sale riallestite con 11 nuovi colori; 11 le opere ospitate da altri musei; 190 le nuove didascalie bilingue, 17 delle quali scritte da scrittori e personalità della cultura. Anche il nuovo sito web è riuscito ad attirare una media di 1500 utenti attivi al giorno per un totale di 2.247.467 visualizzazioni di pagina in un anno. Confermato l’impegno di aprire Palazzo Citterio nel 2018. Intanto, dall’8 ottobre prossimo, inizieranno concerti per famiglie e bambini a cominciare da «Pierino e il lupo» di Sergej Prokof’ev recitato da Philippe Daverio.

I visitatori che si recheranno a vedere il «Dialogo» dedicato a Pompeo Batoni troveranno le sale settecentesche ridipinte con un cupo colore grigio antracite, l’esatto contrario delle tonalità settecentesche per eccellenza, dominate dai colori pastello del rosa, dell’azzurro, del verde acqua. Anche gli ammiratori di Giuseppe Maria Crespi rimarranno delusi: entrambi i suoi quadri sono finiti nei depositi nonostante, come insegnava Eugenio Riccomini, proprio nelle aule dell’Università di via Festa del Perdono, sia il più grande pittore italiano del Settecento. Di buono c’è che Bradburne non sostiene di avere la verità in tasca e si è sempre detto consapevole che, dopo di lui, tutto possa di nuovo cambiare. (Corriere)

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