Tragedia ad Arezzo: morte di una bimba di 18 mesi, dimenticata 6 ore in auto sotto il sole

Cronaca

Milano 8 Giugno – Tragedia a Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo. Una bimba di un anno e mezzo è morta in auto, dove era stata lasciata dalla madre che, secondo quanto risulta, si sarebbe dimenticata di portarla all’asilo e l’avrebbe scordata sul seggiolino, per ore sotto il sole.

A tentare di aiutare la piccola sarebbe stato un vigile, che è subito intervenuto insieme ad alcuni passanti, anche con il defibrillatore presente nella sede del Comune. Ma per la bimba non c’era più nulla da fare.

Scrive il sito Arezzo Notizie:  La bimba, di poco più di un anno originaria di Terranuova Bracciolini, era in arresto cardiaco quando è stata trovata in piazza Vittorio Emanuele. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stata proprio la mamma, una volta uscita dal lavoro, a trovarla riversa sul seggiolino. Sull’intera dinamica della vicenda stanno indagando i carabinieri che sono chiamati a fare luce su quanto sia accaduto in queste ultime drammatiche ore.

“Abbiamo udito un urlo straziante”, dice chi abita sulla piazza e in quel momento era a pranzo a casa. “Nessuno prima si era accorto di niente e la bimba è rimasta nella vettura al sole per ore”. L’auto, una Lancia Ypsilon, era stata parcheggiata di fronte al Comune, dove la donna lavora. La piccola è rimasta in auto, con i finestrini chiusi, per tutta la mattina, dalle 8 circa fino alle 14 quando la madre è uscita dall’ufficio.

La morte del figlio per mano inconsapevole di un genitore: un dramma che mai dovrebbe accadere e, invece, sempre più spesso accade. Su casi come questo sono state riempite numerose pagine di cronaca. Nel luglio del 1998 a Catania un ingegnere, 37 anni, parte da casa verso le 8 di mattina con il figlio più piccolo (ha altri due gemelli di quattro anni) legato sul seggiolino per bambini nel sedile posteriore. Lo deve lasciare all’asilo per poi andare al lavoro. Andrea, due anni, si addormenta e il padre si dimentica di lui, invece di lasciarlo a scuola tira dritto e parcheggia l’auto davanti allo stabilimento dell’azienda in cui lavora. La moglie, avvocato, verso le 14 chiama il marito che, solo a quel punto, si rende conto di ciò che ha fatto. Corre all’auto, che nel frattempo è diventata la tomba rovente di Andrea, morto ustionato e asfissiato.

Il 30 maggio del 2008 a Merate (Lecco) la piccola Maria compie due anni. La mamma, un’insegnate, deve andare al lavoro, la festa è rimandata alla sera quando con il marito, astronomo, e gli altri due figli si ritroveranno a casa. La donna parte in auto con la bimba per portarla a casa della baby sitter. Ma arriva direttamente a scuola e lascia Maria in auto. Quando alle 13 la baby sitter chiama la donna per sapere come mai non le è stata portata Maria la madre si rende conto che la bimba è rimasta in auto e la trova agonizzante. Morirà poco dopo.

E’ il 23 maggio del 2011 e la scena si ripete, questa volta a Teramo. Il padre di Elena, 22 mesi, docente universitario alla facoltà di Veterinaria di Teramo invece di portare la figlia all’asilo la dimentica in auto. La ritrova alle 13 già senza conoscenza, la bambina morirà dopo tre giorni di coma in terapia intensiva. La donazione dei suoi organi ha aiutato a vivere altri tre bambini.

Il 28 maggio del 2011, solo cinque giorni dopo Elena, a Passignano sul Trasimeno (Perugia), con le stesse modalità, trova la morte Jacopo, 11 mesi. La mamma fa la psicologa nella scuola dove c’è anche il nido che tutti i giorni accoglie Jacopo. Quella mattina è il padre però a dover portare il bimbo a scuola, ma lo dimentica in auto e lì dopo alcune ore lo ritrova morto asfissiato.

Nel giugno del 2013, a Piacenza Luca, 2 anni, viene dimenticato legato al seggiolino in auto sotto al sole per 8 ore dal padre. Per la sua morte l’uomo sarà scagionato perché in preda ad un’amnesia dissociativa. Il 10 dello stesso mese a Grosseto viene, invece, evitata la tragedia. Alcuni passanti notano una bambina di 2 anni dentro l’auto che il padre aveva lasciato in un parcheggio al sole prima di andare a lavorare, convinto di aver portato, come di consueto, la piccola al nido. La bimba soccorsa accusa solo un colpo di calore.

E’ ancora giugno ma 2015 quando a Vicenza una coppia ivoriana con altri 5 bimbi lascia in auto a 40 gradi la figlia di 17 mesi. Gioia muore per una tragica disattenzione: i genitori ritenevano che ad accudirla sarebbero stati i fratelli più grandi e viceversa. (BlitzQuotidiano)

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